Nord e Sud - anno XVIII - n. 138 - giugno 1971

I Partiti e sindacati il rapporto giusto fra costo delle lotte e risultati. Così come significa che la politica delle riforme non è compatibile con l'indiscriminato allineamento con tutte le rivendicazioni settoriali. · Certo, se i sindacati non vogliono più essere cinghie di trasmissione dei partiti, qt1esto è un fatto positivo; e si tratta di verificarne il fondamento e la portata - specialmente per quanto riguarda il collegamento della CGIL al PCI -- ai fini dell'unità sindacale ed in termini di interpretazione ai vari livelli della incompatibilità fra cariche sindacali e cariche di partito. Ma è un fatto altrettanto positivo che i sindacati non pretendano che i partiti, o taluni partiti, si configurino come le loro cingl1ie di trasmissione: la CGIL non potrebbe pretenderlo dal PCI, né la CISL dalla DC; nemmeno la UIL dal PSDI o dal PRI. Ma il PSI, soggiacendo al complesso d'inferiorità della sua « nuova maggioranza», le cui due componenti in gara di demagogia fra loro non voglion parere seconde a 11essuno, e meno cl1e mai l'una rispetto all'altra e viceversa, nello zelo classista (un « complesso » che non affliggeva e non affligge i socialisti di alto lignaggio come Pietro Nenni e Giuseppe Saragat), assume sistematicamente nei confronti dei sindacati un atteggiamento di interlocutore passivo che ne svuota la funzione come partito, degradandola appunto a funzione di meccanica cinghia di trasmissione dell'azione sindacale. Il peggio risulta proprio dalla posizione del PSI come partito di frontiera interna fra governo e opposizio11e. Perché, da questa posizione, assumendo l'atteggiamento che assume, il PSI impedisce che si articoli e sviluppi quel discorso critico che i partiti dovrebbero portare avanti nei confronti di certi riflessi e di certi metodi dell'azior1e sindacale e nei confronti degli effetti che ne derivano per la politica di piano e per la poli tic a delle riforme. Se questo è vero, è anche vero, però, che, a condizionare questo atteggiamento dei social~sti, è l'atteggiamento d,elle ACLI, di buona parte della CISL, di quelle sinistre democristiane sempre corrive ad aggirate i socialisti sulla sinistra e quindi anche corrive a fare in modo di parere più socialiste dei socialisti, più classiste dei socialisti, più zelanti dei socialisti ad offrirsi come cinghia di trasmissione dell'azione sindacale. Certo, Saragat e Nenni avevano una statura di uomini politici, e di socialisti, tale da poter sopportare le insidie degli aggiramenti: De Martino e Mancini, invece, sono condizionabili _e si lasciano condizionare. Ma ciò non toglie che le responsabilità complessive delle si11-istre cattoliche sono, per quanto riguarda l'alterazione del corretto rapporto fra par9 Bib'I iotecaginobianco -

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