Concordato e referendum divorzio in Italia - non deve essere considerata dai cattolici come una sconfitta, ma come uno stimolo, una sfida a valorizzare il matrimo11io e la f a1niglia secondo la concezione cristiana ». Il documento conclusivo dei lavori dell'Assemblea della CEI destò perciò qualche sorpresa nella stampa, che l'interpretò come un esplicito invito ai cattolici a prendere l'iniziativa per il referendum. Ma questa interpretazione fu contestata dalla « Civilità Cattolica » 9 • Il dibattito all'Assemblea della CEI dovette essere abbastanza vivace, dal momento che non tutti i vescovi erano d'accordo nell'assumere una posizione così decisa come quella fu presa. L'analisi del testo del documento approvato, tt1tt'altro che organico, denuncia la sovrapposizione di almeno due stesure diverse: al paragrafo 2 si richiamavano i cattolici al « diritto e il dovere di impegnarsi con tutti i n1ezzi legittimi »; al paragrafo 4 si dichiarava « legittimo » (ma non per questo doveroso) il ricorso a tali mezzi. Tale contrasto di giudizi sarà chiaro più tardi nelle dichiarazioni degli stessi vescovi. Si giunse così al 1° dicembre: alle 5,45 del mattino, dopo una seduta protrattasi per l'intera nottata, il presidente della Camera Pertini poteva annunciare l'esito della votazione: 319 favorevoli, 286 contrari. La lu11ga battaglia per l'jntroduzione del divorzio in Italia, iniziatasi in sede parlamentare con il dibattito del 25 maggio 1878 10 si era conclusa. A11che se il confro11to parlamentare era stato netto e deciso, nelle forze laiche non vi fu trionfalismo: non era una parte che aveva vinto, fu detto, ma la coscienza laica e moderna del paese, della cui crescita non potevano non essere partecipi anche i cattolici. I riconoscim.enti da parte laica alla DC furono unanimi. « La Voce Repubblicana», in un editoriale del suo condirettore Adolfo Battaglia, scrisse: « Occorre prendere atto non solo della corretta 9 Il documento della CEI destò re·azioni nell'ambiente laico che vi vide ancora una volta una « interferenza». La « Civiltà Cattolica» replicò che i vescovi avevano parlato di dovere «morale» ma avevano lasciato ai cattolici « la libertà di 'decidere come » difendere i valori da essi ritenuti essenziali, « problema, questo, non più 1norale, ma politico che spetta ai cattolici-cittadini, e non ai vescovi risolvere... Poiché la legge italiana prevede il Referenduni, i cattolicicittadini italiani, se lo riterranno opportuno, potranno ricorrervi ». Questa interpretazione liberale non rappresentava tanto una risposta ai laici, quanto una precisazione in carppo cattolico, e altresì forniva un appoggio a quei vescovi che si erano opposti in sede CEI ad un esplicito invito al referendum. 10 Una ricostruzione delle vicendé parlamentari relative alle varie proposte di divorzio in: ALESSANDRCOO· LLETTI, Storia del divorzio in Italia, Sansoni e Savelli, 1970. Cfr. anche EUGENIOMELANI, La polemica sul divorzio, « Nord e Sud», dicembre 1966. · 39 Bibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==