Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

C'ronache dell'industrializzazione Questo voleva dire che la Olivetti aveva oggettivamente convenienza di costruirlo a Cremona. Ma voleva dire anche, naturalmente, che c'erano dei limiti all'intento di avvalersi degli investimenti nell'industria elettronica per dare una spinta all'industrializzazione del Mezzogiorno. E d'altra parte sentimmo dire da Luraghi che questo intento era velleitario e che non ci si doveva illudere che i nuovi investimenti nell'industria elettronica potessero localizzarsi nel Mezzogiorno. Anche Saraceno, per la sua parte, avanzava qualche dL1bbiò in proposito: e se ne poteva ricavare l'i1npressione che sull' elettro11ica nel l\t1ezzogiorno si fossero fatte inopportune concessioni alla retorica. Era anche vero, però, che in Campania, Abruzzo e Sicilia erano stati realizzati episodi interessanti di industria elettronica; e che altri episodi, egualmente interessanti, erano stati preannunciati. Cosicché, fra indicazioni favorevoli e contro-indicazioni sfavorevoli, sembra doversi dedurre che non sia lecito parlare dell'industria elettronica come di una ricetta per l'industrializzazione del Mezzogiorno, ma che sia lecito parlarne come di un'occasione fra le altre, da cogliere insieme alle altre, da far crescere contestualmente alle altre. Sennonché, al di là delle enunciazioni più o meno retoriche del1' esigenza di puntare sull'industria elettronica come carta vincente dell'industrializzazione, non risulta che sia stata avviata una analisi scrupolosa di possibilità e di alternative, di limiti e di nuovi orizzonti, di conve11ie11zee di occasioni. Si è detto soltanto, e ripetuto insistentemente, che, fra le industrie di tipo nuovo, proprio quella elettronica consente minori investimenti di capitale per addetto; e quindi che è un'industria in grado di consentire al Mezzogiorno, alla sua industrializzazione, di non dover sacrificare alla esigenza di una maggiore occupazione l'esigenza di essere « tecnologicamente avanzata », o viceversa. Ma l'investimento di capitale per addetto cresce considerevolmente se si considerano ancl1e le spese necessarie per la ricerca scientifica, che a monte dell'industria elettronica sono più che notevoli. E l'industria elettronica italiana è ancora debole perché ancora deboli sono gli impegni per la ricerca. Comunque sia, va detto che, se si vuole uno sviluppo 11elMezzogiorno dell'industria elettronica, non si deve pensare che esso sia realizzabile quando la ricerca che dovrebbe spingere nel senso di questo sviluppo avesse le sue sedi al Nord. Non è concepibile, cioè, l'industria al Sud e la ricerca al Nord. Ma- è la ricerca nel Mezzogiorno che può portare allo sviluppo ·dell'industria nello stesso Mezzogiorno. Ora, se c'è un piano sul quale la politica meridionalista non ha 21 Bibliotecaginobianco

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