Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Antonio Guariglia pro,dotto lordo per addetto, può rappresentare il primo passo verso una politica di sostegno dei redditi degli agricoltori, che si differenzia nettamente dalla p1 olitica di •sostegno dei prezzi, in quanto tende ad ·evitare l'incoraggiamento di certe coltivazioni e, quindi, di co,n1 seguenza, l'accumulazione di ingenti surp'1us di 1produzioni, come la recente esp1erienza ha insegnato. A tale proposito, occorre anche rilevare co1 me, fo,rse non a caso, questa politica, attuata da tempo in Gran Bretagna, cominci a farsi strada proprio o,ra che questo paese è alle P'Orte del MEC. Una co,nferma della vali 1dità delle indicazioni di Man1sholt si può ritrovare anche a livello dell'agricoltura campana, delle cui p•rospettive si è occupato il Prof. Carlo Cup·o in una ricerca co,ndotta per conto del CRPE. Secondo tale studio, nei prossi,mi anni si dovrebbe verificare in Campania un esodo rurale di oltre un quinto delle attuali forze di lavo1 ro impegnate nel setto,re, il processo di ristrutturazione aziendaile dovrebbe interessare il 44,2% del1 la superficie ed eliminare il 66,6% delle piccole aziende, le superfici abbandonate ·dovrebbero ammontare a circa 150.000 ettari (o,ltre il 10% della superficie territoriale regionale) dei quali o,ltre 20.000 dovrebbero essere rimboschiti. Se questo è il senso di marcia quasi ineluttabile dell'agricoltura in un paese ind1.1strial1nente avanzato, occorre allora porsj seriamente i1 l p1 roblema, così come fa Mansholt, della sorte de1le forze di lavo,ro agricolo costrette ad abbaindorn:are la terira e della loro occupazione nell'ambito 1 della stJessa regione. È questo un vero e proprio prob 1lema di civiltà che si poitrà risolvere, a nostro avviso, solo nell'ambito di una integrazione europea della politica econo,mica. Per il momen,to, però, tale pr:oblema p,uò e deve essere affro,ntato a livello• di politica di ,sviluppo ·regionale: la quale, d'altra parte, si può realizzare solo attraverso un.a concezione di globalità deHo sviluppo economico. A tale riguardo, la ripartizione delle co,mpetenze verticale, settoriale, tra Stato e Regio1 ni sancita dalla Costituzio 1 ne, no1 n può più corrispondere alle esigenze attuali. La comp,etenza legislativa integrativa e facoltativa, p,revista dalla Co,stituzione p·er le Regioni -----cioè, in pratica, la delega che leggi dello Stato possono loro demandare per i settori ·no,n esp,ressamente previsti dall'art. 117 -, potrebbe, forse, rappresentare la strada più breve per risolvere il problema. La co,ncezione dello sviluppo globale de1 l sistema econo,mico al fin·e di superare squilibri territoriiali e settoriali in un paese moderno sulla via di una p1 rogressiva e sempre più spinta industrializzazione, comporta inevitabilmente l'inquadramento della po1 litica agraria nel contesto più ampio della politica econo 1 mica e quindi della programmazione, che è il suo strumento più vali,do. Occorre, quindi, necessariamente, accettare in agrico,1tura la lo,gica della programmazione e convincersi che ci si trova dinanzi ad un settore econo,mico come tutti gli altri e per il quale biso1gna perseguire obbiettivi eco,nomici. Accettare questo, nel nostro• p,aese, significa probab,Hmente ribaltare, completamente, la concezio,ne-guida della politica agrar.ia del passato: una concezione sociale-assistenziale che può essere anche 60 Bibliotecaginobianco

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