Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

, Programmare significa scegliere 63; che i nuovi posti di lavoro creati nelle attività extra-agricole fossero destinati, nella stessa percentuale, alle regioni meridioLali. Nessuna delle due condizioni può dirsi rispettata. Per rneglio dire, le tendenze presenti in termini di localizzazione nel nostro paese sono rin1aste pressoché inalterate, senza che l'avvio della programmazione sia riuscito a modificarne il meccanismo in misura apprezzabile. Nel quadrien11io 1966-69 (i dati relativi al 1970 ancora non sono disponibili) solo il 28 % degli investimenti lordi è stato ubicato 11el Mezzogiorno: 9935 n1iliardi su un totale di 35.314. Quanto ai nuovi posti di lavoro, degli 820.000 che risultavano crea ti nei settori extra-agricoli al luglio '70 rispetto al 1965, poco meno di 210.000 erano stati localizzati nel lVIezzogiorno, la cui incidenza sul totale dell'occupazione extra-agricola, lungi dall'essere aumentata, appariva praticamente stazionaria. E se le regioni del triangolo sembravano, al luglio '70, in leggera flessione (dal 34,6% al 34,1 % ), questa tendenza era da attribuire, più che alla crescita delle regioni meridionali, al recente sviluppo di quella che viene definita come la seconda ripartizione geografica: l'Italia nord-orientale e quella centrale. In pratica, a beneficiare per ora di uno slargamento dell'industrializzazione sono state le regioni vicine al triangolo piuttosto che la vasta area meridionale: la nuova carta delle regioni riccl1e co11tinua, ancora, a comprendere solo qualche zona circoscritta della parte meridionale del paese. Di conseguenza, la forbice tra Nord e Sud continua di fatto ad allargarsi, malgrado gli innegabili sforzi che la Cassa per il Mezzogiorno ha compiuto anche nel più recente periodo. Il reddito pro capite, benché il flusso migratorio dovrebbe risolversi, sotto questo profilo, a vantaggio delle regioni meridionali, continua ad aumentare in queste più lentamente che nelle regioni centro-settentrionali: nel 1965 era pari al 64 % della media nazionale, nel 1969, dopo un andamento alterno, ~ra ridisceso al 62,7%. Ed è particolarmente significativa la tendenza che emerge dai « Conti Regionali » elaborati da Tagliacarne per l'Unioncamere e presentati a metà gennaio in occasione dell'Assemblea annuale: tra il 1963 e il 1969 il Mezzogiorno ha ottenuto i risultati migliori nei periodi in cui lo sviluppo economico complessivo del paese era più contenuto, e quindi non come positivo riflesso di· una tendenza generale all'espansione, ma come conseguenza di una crescita più lenta delle regioni ricche. . · Per rendere operante una politica dell'occupazione e raggiungere gli obiettivi di un certo equilibrio settoriale e di una diversa 31 . Bibliotecaginobianco

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