Aristide Ricci divergenza sui principi ideologici delle due dottrine~ Pur avvertendo che manca di una unicità interpretativa, De Felice ripo 1 rta la tesi di A. Del Noce, che si è mosso nel solco della tipolo 1 gia d'indagine tracciata dal filosofo Maritain, secondo il quale il fascismo 1 non nasceva in un deserto cult11rale ma affondava le radici in quel mosaico di ideologie aberranti che si svilupp,arono dopo il Rinascimento e la Riforma. Pur partendo da queste p1 remesse Del Noce ha svolto però un'indagine originale riconducendo entro le coordinate comuni del totalitarismo fascis.n10 e comunismo. l\1usso1 lini avrebbe intuito all'interno deLla dinamica sociale e al di sotto della realtà delle classi l'ancor più pirofonda « realtà delle nazioni»; intuizione « ripensata da Mussolini secondo le catego 1 rie del socialismo rivo,luzionar,io in cui era cresciuto, per cui l'affermazio,ne della realtà della nazione portò all'estremo quel momento, che era presente, ma non era l'unico, per cui il nazionalismo trascriveva il marxi,smo, so,stituendo alla lotta delle classi la lotta delle nazio,ni per la potenza» (Il JJroblenia dell'ateismo, Bologna 1964). Abbia1no analizzato sin qui alcune coordinate storiografiche; l'economia di questa b,reve rassegna impedisce di rip,roiporre t11tti i contributi scientifici riportati nel saggio. Ci preme piuttosto 1 rilevare, dalle varie introduzioni ai testi seLezio·nati, il disco·rso ed il bilancio che De Felice com.pie sulle tendenze sto1 riografiche .degli anni sessanta. Se da una parte non si può parlare di « furore revisio 1 nist 1 ico », è sinton1atico il rifiuto, per le n110 1 ve leve di storici, delle interpretazioni schematizzanti della storiografia precedente, che pure aveva avuto il merito di mostrare la complessità del feno 1 meno fascista. Adagiarsi sulle posizioni raggiunte dalle vecchie interpretazioni, significava porsi al riparo di ogni nuovo stimo,lo di discussione e di reinterp,retazio 1 ne. Nel tentativo di ridiscussione del fascismo, in termini non polemici o politici in senso s1retto, la storiografia attuaile non si è lasciata suggestionare e condizio1nare dai mo·delli tracciati da Parso 1 ns, Mannheim, Reich, Fro1nm e Lipset (quest,i ultimi riportati nell'antologia) anche se è debitrice a questi studiosi per aver dilatato il campo, d'indagine no,n solo alle 01 rigini ma anche ai meccanismi dello Stato fasci,sta (e la controprova di quanto De Felice afferma ci sembra il suo volume L'organizzazione dello Stato fascista, Torino, Einaudi 1968). Lontani dalle commozioni politiche e dalle polemiche ad esse connesse, saldamente consapevo 1 li, tecnicamente più agguerriti nella docu1nentazione (per la ,liberalizzazione delle fonti d'archivio), gli storici attuali, pur proyenienti dalle più diverse esperienze culturali, sono acco,munati da una strategia che rifiuta 01 gni caratterizzazione storiografica a fenomeni autonomi nella storia co,nte1nporanea. « Rifiuto - notava De Felice ne Le interpretazioni deZ fascismo e ribadiva nel suo ultimo saggio - che si traduce in pratica nell'accettazione dell'affermazione del Tasca che definire il fascismo è anzitutto scriverne la storia, nella convinzione che per scriverne la storia è necessario ricercarne le tessere anche le più minute, particolari, ap•parentemente fuori tono» (p1 • 210). Benché su questa strada passi avanti siano stati coJnpiuti, la storia del fascismo è ancoa:--atutta da riscrivere. ARISTIDE RICCI 120 Bib1iotecaginobianco
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