Marisa Càssola risultano come variazioni ·su un unico tema, tanto da conferire al libro una sorta di interna unità, cui risponde ai1che la loro disposizione, che chiude nella co1 rnice di due apolo 1 ghi di genere avveni,ristico (La decimazione e Il respiro) una serie di scritti graduati a raip1 p1 resenta.re, con ritmo cresoente, i cedimenti dell'intellettuale di fronte alle lusinghe dell'industria culturale. In quest'ordine t11tt'a.Jtro, che casuale Les infortunes de la littérature, uno dei p·rimi della raccolta, potrebbe rappresentare il punto di sutura fra il vecchio e il nuo,vo Orsin'i, sia per la tecnica narrativa, sia per l'invenzione, che nasce dall'incontro 1 di u11 giovane scrittore, legato ad un culto dell'arte di stampo ottocentesco e rom,antico, con la figlia di un grande ro1 manziere sco,mparso. L'intesa spi1 rituale che si stabilisce fra loro induce il protago,nista a racchiudere la figura di Ursula entro le linee di un mito; ma Ursula, nella sua complessa umanità, sfugge allo schema idealizzato e un po' letterario entro cui era costretta; sicché la conclusione della vicenda, svo·lta in chiave ironica, è anche un'occasione per meditare sul diss,idio1 semp,re ricorrente fra letteratura e vita. Dopo questo racconto, che ha la funzione di esprimere la nostalgia dell'autoire per « un,a diversa e più umana era letteraria», sembra reciso o,gnj s11perstite legame con iJ mo)ndo del pas.s1 a,to: la figura dell'intellettuale appare nella sua degradazio,ne totale e nel contagio, i•rreversibile ch'egli subisce da parte del conformismo ,dominante. « Giungla felpata» è la definizione coniata da Orsini per mettere sotto accusa la mod·erna rep·ub,blica delle lettere, dedita « ad una malignità di rapporti che si nasconde sotto, i so1 rrisi p•iù limptdi » e ad una feroce lotta per la sopravvivenza che si maschera di apparente d_i!Sinteresse; in questa gara, dove « non è concesso di affermare i ,p1 rorp1 ri valori se non con l'aiuto di piccoli calcoli, ipocris~e e no,n-valo1ri », lo scritto 1 re è come anestetizzato di fronte ai sentimenti e di fronte alle sue stesse res.ponsabil1ità morali ( « anestesia il cui risultato, avverte Orsini, non p,uò essere che anestetico nel senso di senza estetica»). Diviso fra l'attesa lo 1gorante di un p,remio e banali avventure con donne « uti.li » al successo, semp,rie presente illl congress1i, polemiche e dibattiti telev~sivi, jl letterato soffre in segreto di mortificanti « assenze », causate dalla sterilità che ,determina prolungate pause nella sua attività creativa, e lo ri,duce ad un mediocre mestierante abile solo nel registrare gli argomenti e la ter1ninolo,gia di moda. Questo squallido esponente di una moderna fiera della vanità è colto da Orsini in una serie di ritrattì grotteschi, da quello dello, s.crittoire cannibale, sempre in agguato per clivo1 rare potenziali rivali, a quello del pigro, affetto da « stiticl1ezz,a mentale», dal letterato salottiero, che eccelle nei duelli verbali, all'esordtente, ancora disarmato, e appunto per questo pronto ad essere stritolato dall'ingranaggio. Nel quadro è inclusa anche una serie di figure femminili, che più o meno scopertamente dìri1gono il gioco, dando prova di astuzia diabolica nel .manovrare i malaccorti p•rotagonisti. Dalla schiera dei « manicl1ini », che hanno bruciato ogni residuo di onestà in,tellettuale, si ap,partano tuttavia alicLmi scrittor.i rosi da segrete inquie110 Bib1iotecaginobianco
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