Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

La distribuzione i11 Italia vocazione dell'urbanistica è rimasta allo stato potenziale. Basterebbe ricordare i tempi che occorrono in Italia per la formulazione e l'approvazione di un piano urbanistico per comprendere quali co,nsenguenze comporterebbe, praticamente, l'agganciare la riforma del sistema distributivo, a strumenti di questo tipo. Comunque, anche a presci11dere da tali considerazioni e limitandosi unicamente alla lettera della pro.posta di legge, può osservarsi che: - _lo sviluppo del settore distributivo al dettaglio verrebbe affidato a due tipi concorrenti di progran1mazione: quella economica dei piani di sviluppo e di adeguame11to e quella urbanistica dei piani urbanistici. Mancano, però, nor1ne che ne assicu.rino l'arrr1onico co·mporsi ed evitjno indicazioni e prescrizioni contrastanti, derivabili, quanto meno, dal possibile sfasamento dei tempi di formulazione e di attuazione; - gli organismi provinciali e regionali vengono, esclusi dalla formulazione di piani, ma spetterà ad essi rilasciare il nulla osta per l'apertura degli esercizi con superfici di vendita considerevoli 21 anche in deroga a quanto contenuto, in tema di contingenti di superficie, nei piani comunali, che di conseguenza potranno essere modificati prima della scadenza trie11nale. Mentre, dunque, viene rico11osciuta alle Province ed alle Regioni la capacità di armonizzare gli interessi dei territori di rispettiva competenza (tanto da poter derogare a quanto previsto dai Comuni) non è, inspiegabilmente, giudicato utile avvalersi di tali capacità in modo più costruttivo e cioè al momento della formulazione dei piani. Eppure solo in questo caso si potrebbero considerare le esigenze di sviluppo della distribuzione commerciale dei singoli Comuni in un più ampio contesto coordinandole co,n quelle delle altre attività economiche. No,n sembra, pertanto, azzardato concludere che i metodi di programmazione proposti dal progetto Helfer risultano, per la parziale visione della n1ateria da regolare da parte degli organi fo,rmulato,ri, scarsamente significativi economicamente quand'anche potessero, nel loro ristretto ambito, raggi1mgere la perfezione tecnica; - sulla stessa fattibilità tecnica dei piani vanno espresse notevolj perplessità: anche se per la loro co·mpilazio,ne venisse mobilitata un'armata di studio,si (ma per ottomila Comuni ce n1e vo,rrebbe un ftnter~ esercito) passerebbero• anni prima di poter stendere qualcosa co,n un certo fondamento scientifico. Ma le risorse economiche dei Comuni sono quelle eh.e sono e così viene stabilito che alla redazione dei piani procedano i. Comuni stessi affiancati da una « apposita Commissione», 21 Come sarà 1neglio precisato tra poco, le Gjunte provinciali e regionali sono preposte alla concessione del nulla osta agli esercizi di media e grande superficie. 75 Bibiiotecaginobianco

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