Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Argonienti utilità nell'attività quotidiana ma anche per l'ampliamento dei propri orizzonti culturali, so,no tutte qualità che non dovrebbero mancare a chi, pur in ambiente ospedaliero, fosse investito di responsabilità didattiche a livello universitario. E sono altresì qualità che si sviluppano, si affinano e si mantengono vive anche per mezzo di una seria attività di ricerca. Ma come la legge predispone in pratica lo svolgimento della ricerca negli ospedali? Prescindiamo in questo momento dalla reale impossibilità co·ngiunturale di pensare a qual 1 unque attività che non sia direttamente connessa con la sopravvivenza ,della funzione fondamentale di ricovero e cura; facciamo conto che la crisi attuale sia sanata, e che gli ospedali vengano restituiti a quel livello di efficienza che la legge di rifor1na ospedaliera del 1968 presupponeva. Ma come - in questa legge n. 132 nonché nei decreti delegati n. 128 e n. 130 - si tiene conto delle esigenze della ricerca, oltre che nella già citata enunciazione di principio dell'art. 23? Da una analisi della legge e dei decreti 1 risulta che non sono indicate in modo specifico le fontj e le mo,dalità di finanziamento per tutte le spese che non si riferiscano semplicemente all'acquisto, sostituzione, ammodernamento o adeguamento delle attrezzature. Non è precisato in termini sufficientemente chiari chi dovrà direttamente svolgere l'attività di ricerca, lasciando presumere che essa rappresenti un'attribuzione generica del personale sanitario. Questo evidentemente non potrà attendervi che subor.dinatamente agli altri impegni più urgenti di servizio; ciò anche se nell'accordo nazionale sul trattamento economico dei medici ospedalieri (stipulato il 2.4.1970 tra la Federazione Italiana Associazioni Regionali Ospedaliere e le organizzazioni sindacali mediche) ·si « forfettizza » in un quinto ,dell'orario di ciascun medico il tempo da impiegare « nell'attività di1dattica, scientifica, di aggiornamento, di ricerca ecc.» (art. 20). Si deve aggiungere che in questo accordo, era previsto un premio di incentivazione scie11tifica e didattica; ed è significativo il fatto che dopo, pochi mesi esso sia già stato soppresso (si veda il protocollo aggiuntivo del 28.10.1970 all'art. 4). Come inizio, non c'è male. Ma si è detto di voler prescindere dalla situazione attuale, anche . se non è molto chiaro, per ora, come e quando essa potrà migliorare stabilmente. Una questione grave, ,sulla quale non si può evitare di porre l'accento, è la mancanza di sufficienti garanzie che la qualificazione scientifica e la preparazione nella ricerca siano prese in seria conside1 Si veda F. MOLLO: La ricerca scientifica negli ospedali, in corso di stampa su « Arch. Sci. Med. », 1970. 53 Bibliotecaginobianco

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