Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Giornale a più voci Molte obiezioni sono risultate affermazioni aprioristiche, non dimostrate e non dimostrabili, a volte cointraddittorie e assurde. È il caso quell'amena affermazione, secondo cui tra la scuola « Marotta » e il rione non si darebbe un rapporto, neppure dialettico, laddo,ve (ed e stato notato nel dibattito) il fatto stesso dell' « incontro a tre» e del confronto-dibattito, ritenuto tanto importante da essere proposto a livello nazionale e televisivo, stava a dimostrare esattamente il contrario. Va detto anche cl1e un obiettore intelligente non ignora il carattere flessi,bile di -una realtà plurali 1stica, quale quella scolastica. Nulla c'è in essa di immobile e immo,dificabile, trattandosi di un meccanismo, autocorrettivo. Così, nella scuola « Marotta », una volta constatato che certe attività di doposcuola potevano insensibilmente e involontariamente esercitare una funzione discriminatoria, ancl1e se affidate alla scelta libera da parte degli allievi (le attività verbo-concettuali richieste in prevalenza dai ragazzi di estrazione borghese, quelle sportive e figurative richieste dai ragazzi di estrazione proletaria), si è cercato di riequilibrare l'insieme, attraverso op·po,rtune canaliz- . . zaz1on1. Paradossalmente, nel corso del dibattito, al di sotto di un discorso schiumoso, alimentato dal malumore dei fantasiosi acrobati dell'utopia, si sono scandite alcune obiezioni alla scuola « Marotta » formulate da menti per nulla proletarie: così q11ella dell' « isola dorata», reperibile nella introduzione a un dibattito su detta scuola (pub·blicato su « Fare 1 scuola », supplemento di « Scuola e Città», num. I, gennaio-febbraio 1970, p. 2). Ne è venuto fuori u11 comico paradosso. Proprio coloro che si attribui.- vano il patetico ruolo della difesa dell'autenticità di una cultura di quartiere in deperimento, in op,posizione ad una cultura definita « borghese, deviante e d'al1enazione », fu1ivano col tradire la loro vera natura di gruppo demagogico i,ndottrinato, che recitava disciplinatamente le battute d'un copione già scontato, proponendo obiezioni, sollevate da altre persone, in altre occasioni e ad un altro livello1 ( e reperibili in una rivista di facile accesso). Ancora più comico era assistere a uno s.pettrale « gioco delle parti » e ad ap1 parentamenti angosciosi, come quello del gesuita d'assalto in alleanza con i giovanotti del movimento d'estrema sinistra. Quello degli obiettori è risultato un discorso senza alternative e senza spiragli, privo di portata costruttiva, ap,parentemente progressivo,, 1sostanzialmente reazionario e greve di ritardo, un discorso abbandonato alla risacca. Quale alternativa veniva opposta alla scuola-pilota del rione Traiano? Nessuna .. Bi•sogna concludere che la scuola che prediligono gli utopistj corrosivi è la scuola « passatistica». Non senza irritazione essi consi,derano i casi di quelle realtà e di quelle scuole, che non paiono riducibili negli sche:11i.b..inari dei lo·ro modelli teorici . . Nel corso del dibattito si è cadenzata ancl1e una tendenza non rara nel nostro paese: la tendenz3: allo strangolamento, un misto di atteggiamenti autopunitivi e di com·portamenti sado--masochistici, la tendenza cioè a lan1entarsi comunque, non solo delle cose che vanno abbastanza male, ma anche 41 Bibiiotecaginobianco

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