Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Giornale a piu voci è essenziale rilevare che le organizzazioni cooperative di ce11tralizzazione dei prodotti, esistenti nella maggio·r parte dei paesi nuovi, non sono state create dai contadini: la loro nascita infatti, è stata determinata dalla esigenza - da parte dei governi o delle grandi società di esportazione - di aumentare le quantità commercializzate. Inoltre esse sono state create o per porre rimedio alle carenze del co,mmercio privato o per sostituire un settore privato che era nelle mani di corrunercianti stranieri al fine di rispondere alla pressione degli autoctoni, desiderosi di trovare un posto dj Javoro nel settore terziario. (È il caso sop,rattutto della politica di africanizzazione adottata attualmente in molti paesi; chi scrive ha cercato di mostrarne le implicazioni in Développement économique dc l'Afrique orientale, Paris, PUF, coll. Tiers Monde, 1966). In definitiva, anche quando le aziende hanno raggiunto un grado avanzato di specializzazione, non si è verificata una sensibile trasformazione degli atteggia111enti nei confronti del lavoro e della vita economica. Le risorse che provengono da questi primi contatti con il mercato sono utilizzate soprattutto per soddisfa re i bisogni di consun10 (poic11é a questo stadio la produzione non richiede ancora investin1enti importanti) detern1inati dal contatto con un'altra civilta e dalle norn1 tradiziona]j del prestigio sociale. In queste condizioni la trasforrnazione degli atteggiamenti nei confronti del lavoro e dell'organizzazione del lavoro è un processo estremamente lento e si può perfino dire che nella misura in cui avvi ne essa non è dovuta al lavoro stesso, ma è esogena e dettata dalla pressione dei nuovi modi di consumo. Di qui il progressivo ritardo, visibile ovunque, dei modi di produzione e degli atteggiamenti nei confronti della produzione, in rapporto agli atteggia1nenti e ai modi di consumo. Veniamo ora ai paesi industrializzati. La situazione sj pres nta molto ,diversa in questi paesi, dove non solo le aziende agricole sono specializzate e dunqt1e dipendenti dal mercato, ma dove lo sviluppo delle produzion 1 i commercializzabili (in contrapposizione :ille colture povere del caso precedente) ha portato a un grosso sforzo di capitalizzazione. Questa è stata possibile, in particolare, grazie all'esistenza di una potente rete di cooperative e dì istituti di credito, sulle cui origini e sulle cui funzioni merita soffermarsi. Allo stesso modo in cui il primo periodo dello sviluppo industriale era stato caratterizzato dalla costituzione di numerose associazioni di lavoro, di cooperative di produzione - le uniche istituzioni suscettibili, per gli operai dell'epoca, di conservare i modi di lavoro e di relazione artigianali e di rifiutar~ il rapporto salariale e gli aspetti più alienanti della proletarizzazione - le cooperat,ive agricole sono state create nell'intento di proteggere i loro membri e l'autonomia delle loro aziende. La motivazione inizialç no,n era dunque la conquista di un potere economico o di un dinamis1no commerciale, ma la sopravvivenza· delle piccole aziende. Ed è bene osservare che proprio questa motivazione conservatrice_ (nel senso di istinto di conservazione) ispira ancora oggi la maggior parte delle cooperative e degli istituti di credito, di aiuto e di formazione (compresi i servizi u.Jficiali) che vi si sono sovrappo,sti 31 Bibiiotecaginobianco

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