La nuova legge per il Mezzogiorno riore congestione delle principali zone urbane del Nord, connessi alla ripresa tumultuosa di movimenti migratori, sarà alla base degli sforzi cl1e il Governo perseguirà nell'indirizzare, attraverso tutti gli strumenti di cui dispone, la localizzazione di nuovi impianti industriali nel Mezzogiorno. Se tali strumenti si rilevassero insufficienti, il Governo si vedrebbe costretto a ricorrere - nell'ambito di certe zone - all'introduzione di misure amministrative di autorizzazione alla loc~lizzazione degli impianti di rilevanti dimensioni da adottarsi nelle zone congestionate del Paese ». 4. Se, dunque, è vero che il nuovo disegno di legge per il Mezzogiorno giunge con diversi mesi di ritardo rispetto alla sua scadenza naturale, che era quella del rifinanziamento tempestivo dell'attività della « Cassa » (i cui fondi sono già da tempo esauriti); e se è vero che esso giunge con un certo ritardo a sanzionare sul piano istituzionale quanto già affermava nel novembre del 1969 la cosiddetta « mozione meridionalistica » (fatta propria dal Go,,erno dopo il dibattito sulla proroga del finanziamento dell'attività della « Cassa » per l'anno 1970), è evidente che i punti più qualificanti del disegno di legge che si avvia all'esame del Parlamento sono proprio questi. Va ricordato, infatti, che la mozione meridionalistica affermava l'esigenza di mantenere l'intervento straordinario nel Mezzogiorno, peraltro in un quadro istituzionale nuovo, caratterizzato: da un rafforzamento degli organi della politica di programmazione; dalla delimitazione e qualificazione dell'intervento straordinario in relazione alle competenze delle Regioni; da una riqualificazione delle attività della « Cassa », che « potrebbe non solo svolgere », era detto, « i compiti dell'intenrento straordinario, ma porsi come strumento disponibile per l'attuazione degli interventi programmati dalle Regioni ». Aver tenuto fermo su qL1esti punti nel corso di un anno in cui si è rimesso in discussione - soprattutto da parte dei comunisti - l'i11tenrento straordinario ed il suo rifinanziamento, la struttura della « Cassa » e la sua collocazione operativa e politica, ci sembra un fatto positivo, anche se è avvenuto a prezzo di non. pochi compromessi. Ugualmente positivo ci sembra il non aver ceduto alla tentazione, più volte affiorata, di ribaltare completamente i rapporti fra gli organi tradizionali d'intervento e le nuove istanze regionali. Non affidando i compiti della « Cassa » alle Regioni si è evitata una improduttiva fuga in avànti, che avrebbe allargato ulteriormente il fossato tra le due diverse realtà economiche ·e civili del paese, dan21 Bibiiotecaginobianco
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