Italo Talia quelli classificati come depressi; 2) rapporto tra l'occupazione extragricola e quella totale, superiore del 50% alla media dei territori del Centro-Nord del pari diversi da quelli riconosciuti come depressi. Nei territori così definiti, « le imprese che realizzano nuovi impianti industriali o ampliamenti di impianti esistenti, con investimento superiore ai 400 milioni e che abbiano assunto cento unità lavorative dopo l'entrata in vigore della presente legge, sono tenute alla corresponsione di uno speciale contributo pari a lire 1 milione per ogni nt1ovo assunto oltre il menzionato numero di cento unità. Il gettito del contributo ... è dovuto alla Regione nel cui territorio è localizzata l'iniziativa cui il contributo si riferisce, per essere destinato alla esecuzione di infrastrutture sociali ». Due sono gli aspetti poco convincenti, a nostro giudizio, sempre che con questa norma si intenda favorire il decongestionamento industriale delle Regioni più forti a vantaggio di quelle più deboli. La prima osservazione rigt1arda il perd11rare del grosso equivoco sulle cosiddette « aree depresse del Centro-Nord ». Ne deriva che se decentra1nento industriale vi sarà, difficilmente esso supererà i confini regionali: saranno Mantova e Cremona ad avvantaggiarsene rispetto alla provincia di Milano, oppure Cuneo rispetto a Torino. Il secondo rilievo è che la cifra di un milione di lire per ogni nuovo addetto oltre il limite di cento 11nità è molto basso, più basso di quanto lo stesso Bassetti ha proposto nel suo discorso di insediamento a presidente della Giunta regionale lombarda; inoltre, quando si devolve il contributo alla Regione di insediamento, anziché a quella di esodo, praticamente si autofinanzia, almeno in parte, l'ulteriore urbanizzazione, e quindi l'11lteriore industrializzazione, delle Regioni più sviluppate. Si possono quindi tranquillizzare quegli ambienti lombardi, piemontesi o liguri che hanno paragonato questo articolo della nuova legge per il Mezzogiorno alla vecchia legge fascista sui nuovi impianti industriali e sull'urbanesimo. Come pure può tranquillizzarsi il ministro Gava, che ha deplorato l'adozione di un metodo « _p11nitivo » nei confronti delle Regioni del Nord per favorire quelle meridionali. In sostanza - pur non volendo far~ del meridionalismo ad oltranza - c'è da dire che siamo ben lontani da q11anto era lecito attendersi leggendo la Relazione previsionale e programmatica per l'anno 1971, presen 18: ta dal Governo sul finire dell'estate scorsa. « La necessità di sostenere con la 1nassima energia » era detto nel principale documento programmatico del Governo - « la industrializzazione del Mezzogiorno e di evitare i pericoli di una ulte20 Bi_bi lotecagino.bianco
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