• Michele Novielli Questa Roma contestataria, fatta di cortei e di u·rti violenti, di chiome e •di barbe, sembra sul punto di romp·ere la « divina » atmosfera: è la immediata constatazione di molti; quel sembra caratterizza, più che un'esitazione, piuttosto un'impossibilità a definire, co,m-p 1 rendere piename11te il fenomeno. Altri s'interrogano: è già avvenuta la rottura? La « divina>> indifferenza non è più - questo lo si p·uò dire con certezza - per tanti così rassicurante, impenet,rabile, granitica: quali esorcismi, sortilegi avrà, s'in~venterà per difendersi? A volte, •e per b,reve tem,po, ·essa dà l'idea, appena la sensazione che sia diventata umana. Rassicuratevi - dice il « caro nemico» - l'atmosfera ancora una volta vincerà, ancora una volta sarà « divina», non si farà contaminare. Passerà ancl1e questo momento. Lo spettacolo si logorerà, ·si este11uerà. Apparentemente si crederebbe a qualcosa di nuovo che sta accadendo in questa città in quest'ultimi tempi. Ma bisoigna fare pu,re i conti con quest'atmosfera ch·e sta lì, in11palp 1abile, invi,sibile, sempre presente, e bisogna avere Lln certo fiuto per sentirla. Rendo un esempio tipico. Da pochi anni a questa parte, · sto os,servando un fenomeno tradizionale ·di questa città e che è il simbolo più vistoso della sua tolleranza: un fenomeno che ha ripreso un nuovo slancio, una ,nuova vitalità, l'istituzione ·della· mano tesa. Il mendicante, questo personaggio così naturalmente cattolico, lo trovi oggi ovunque, uo,mo e donna, giovane e veochio, deforme o sano, imperturbabile, istituzionale, nei pressi della stazione Termini, nelle vie centrali, presso le chiese, ovunque, ambulante o ap·poggiato al 1nuro o disteso sul pavimento, orizzontale o verticale come un obelisco o come un rudere. Tre esempi -- continua il « caro nemico» - di tre spettacoli: a Trinità dei Monti uno spettacolo nuovo, moderno con i pèrsonaggi della contestazione; per le vie del Centro uno spettacolo antico e nuovo con il personaggio della rivendicazione salariale, quello della mano tesa che è come una seconda coscienza,· una specie di alibi per l'italiano, e infine quello dell'espediente. Nel piazzale della Stazione Centrale trovi l'uomo dell'espediente: il venditore di penne biro, di accendisigari, di p,ietrine per accendisigari, il venditore di castagne arrostite o di . « fusaie », di palloncini, di portafogli, di olive dolci, gli am·bulanti dell'esp•ediente, gli inventori quotidiani di un'occasione per vivere. Ora, a questo punto, ti indico un posto dove questi personaggi appaiono amalgamati, e non più dista11ti o diversi, ·da una comune, famigerata atmosfera: il sottopassaggio pedonale di via del -Tritone o quello di piazza Colonna. Qui troverai - continua - l'uno accant'o all'altro, sui gradini o dentro, sul pavimento interno, tra la vetrina della Rinascente o di una rivista storica romana, tra la cabina delle foto-ultrarapide e la macchina lustrascarpe, all'esterno, appoggiato alla· ringhiera del sottopassaggio, il o. la mendicante con bambini, il ven•ditore di cravatte, il suonatore ambulante, la vècchia, seduta su una b1assa sedia, che rfcaina e che stende sul pavimento i suoi lavori fatti con l'uncinetto, il venditore di biglietti di una lotteria nazionale~ o del bollettino di concorsi banditi dallo Stato e, ultimo arrivato, lui, 58 Bibiiotecaginobia.nco
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