Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

Editoriale · in base alla quale, poiché il PSU aveva guadagn_ato voti nei confronti del PLI e della DC, grazie al costo pagato per l'invadenza di Donat Cattin, e poiché il PSI aveva guadagnato voti nei confronti del PSIUP, risultava compromessa la coesione della 1naggioranza di centro-sinistra, il PSU dovendo cercare nuovi voti sempre più a destra ed il PSI dovendo cercarli sempre più a sinistra. Secondo la prima interpretazione, cioè, il voto del paese era stato di riprovazione nei confronti del « disimpegno » e della scissione; second·o l'altra i,zterpretazione, poiché il voto del- !' elettorato socialista era stato più consistente sull'uno e sull'altro versante della sopravvenuta scissione, più consistente di quanto non lo fosse stato il voto del 1968 per il partito unificato, la scissione doveva ~ssere considerata conforme e corrispondente agli orientamenti di elettori che non si erano voluti riconoscere nell'unificazione. Fra le due interpretazioni, il PSU sembra essere rimasto esitante, ma il PSI ha scelto. la seconda, risolutamente. Sennonché, altrettanto risolutamente, ma contraddittoriamente, il PSI, dopo le elezioni del 7 giugno e la crisi provocata da Rumor, ha messo l'accento sul discorso della stabilità di governo, che resta un discorso astratto, o strumentale, se ad esso non corrisponde un discorso sulla coesione della maggioranza· e se vi corrisponde invece il discorso sugli « equilibri più avanzati » in termini di contrapposizione più o meno settaria al PSU. Fino a che punto, quindi, è stato disatteso il voto espresso dal paese il 7 giugno del 1970? Certo, il paese potrebbe essere oggi assai meno benevolmente orientato di quanto no11 lo fosse· prima del 7 giugno nei confronti dei partiti della maggioranza di centro-sinistra. Può darsi, infatti, che coloro i quali, alcuni mesi or sono, hanno votato per il PSI, e no11più, con1e nel 1968, per il PSIUP, siano soddisfatti della politica di De Martino e di Mancini; ma è certo che molti di coloro che il 7 giugno hanno votato per i partiti di centro-sinistra, e fra questi anche molti di coloro che ancora una volta hanno votato per il PSI, addebitano ora alla politica di De Martino e di Mancini l'aggravata instabilità politica che è seguita alla consultazione di giugno e che potrebbe comportare · non irrilevanti conseguenze econom.iche e sociali. Così che, se oggi dovesse aver litogo una nuova consultazione elettorale, l'irritazione degli elettori delusi potrebbe incidere sensibilmente sui risultati e tutti i partiti della n1aggioranza potrebbero risentirne, quale più e quale meno. Si può ipotizzare, tuttavia, che proprio il PSI potrebbe risentirne n1eno, grazie ad un ulteriore recupero di voti del PSIUP, mentre PSU, PRI e anche DC potrebbero essere penalizzati in varia misura a seconda del maggiore o minore grado di resistenza che avranno diYf1ostrato di saper opporre alla politica dei De Martino e dei Mancini. 4 Bibliotecaginobianco

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