, Giornale a più voci datate 1957. In Italia chi -scarica sostanze radioattive nei corsi d'acqua in danno alla salute pubblica, rischia da 6 mesi a un anno (DPR 13 fi~bbraio 1964 no. 185). È evidente che con una simile situazione in atto, il pri•mo ,p•asso da farsi sarebbe quello di adeguare le leggi concernenti l'acqua alla realtà odierna., senza di che ogni tentativo puramente tecnico di soluzione sareb 1 be automaticamente co·ndannato all'insuccesso. Intanto nel marzo 1970 il Mini•stero del Bilancio e della Programmazione Economica ha pub·blicato il Progetto 80, che dedica due paragrafi, sui complessivi 135, al problema .dell'acqua. Non che .due soli paragrafi possano dirsi sufficienti a contenere tutta la problematica così complessa della materia, ma certo è un primo passo che dimostra per lo meno un inizio di interessamento da parte ·del governo veriso un argomento finora mai considerato. « La produzio·ne e la distribuzione dell'acqua dovrebbero essere ·previste in un ' bilancio nazionale delle risorse e dei fabbisogni idrici ' che tengano conto non solo .delle risorse .attualmente disponibili, ma anche di quelle che si potrebbero creare, a condizioni economiche, attraverso la ,desalinizzazione delle acque del mare». Il Progetto 80 apre in poche battute il dibattito su due argomenti di importanza essenziale: da un lato la necessità di giungere in breve tempo al cen1simento delle risorse idriche, ·dei fab,bisogni locali e nazionali, e, conseguentemente, alla creazione di un organismo preposto alla raccolta ed elaborazione di questi dati, dall'altra l'opportunità o meno di intensificare le ricerche e l'installazione di impianti per la desalinizzazione dell'acqua di mare. È evidente che il primo ·dei due problemi è quello di maggiore importanza e necessità di una più rapida soluzione. All'inizio notavamo come la carenza di dati costituisca u·no dei maggiori ostacoli agli studi sull'acqua, ma ogni conclusione non potrà essere che momentanea e parziale fintanto che in Italia non. si ·sarà creato un ente delle acque, sulla falsariga delle agencies statunitense e israelian·a, dotate di un potere di coordinazione e di decisione tali da sganciarle da ogni limite particolaristico e settoriale. Solo dopo si potrà iniziare ad affrontare in maniera organica e coerente i molti •problemi esistenti, tra i quali, e no•n certo per primo, quello del reperimento dal mare di acqua dolce. Senza con questo voler privare di valore le ricerche fatte in materia, non riteniamo che la più corretta soluzione ai problemi di approvvigionamento id,rico del Mezzogiorno possa venire da questa direzione: oggi i costi di dissalazion,e sono tro,ppo alti perché si possa ricorrere a questi sistemi senza incorrere in gravi diseconomie: i costi odierni variano dalle 250 lire alle 100 lire per mc. Solo con una produzione fra i 10.000 e il milione di mc. al giorno i costi si abbasserebbero sino alle 50 lire per mc. Ma a questo punto nasce un nuovo p,roblema: il costo di 50 lire per mc. si raggiungerebbe, almeno per le tecniche odierne, solo utilizzando il sistema multy flash, sistema che alla produzione di acqua dolce unisce la produzione di forti quantitativi di energi~, i quali, se dispersi, causerebbero ulteriori diseconomie. D'altron•de, se si eccettua il caso di impianti sul ti,po di quello ·di Taranto p_er il centro siderurgico o, 51 Bib~iotecagi nobianco --
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