Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

• , Editoriale E così, più di no-vant'anni dopo la presentazione al Parlamento italiano della prima proposta di legge sullo scioglimento del vincolo matrimoniale, il divorzio entra nella legislazione del nostro paese. La votazione del 29 novembre 1970 ha dun.que un'importanza storica: è lecito, una volta tanto, usare questa espressione senza indulgere alla retorica. Due fatti mette conto rilevare subito. Il primo, è la civiltà e la serenità del dibattito parlamentare che si è concluso con l'approvazione della legge Fortuna-Baslini; e di questo si deve prendere atto con sincero compiacimento. Il secondo fatto da ricordare è la assoluta tranquillità con la quale l'opinione pubblica italiana ha accolto il divorzio: segno che esso era entrato nella coscienza del paese prima ancora che nella legislazione, e che co1nunque nessuno ravvisava nella sua introduzione quella mortale n1inaccia per la famiglia e per la morale che i campioni del fronte anti-divorzista hanno fatto balenare dagli schermi televisivi. Anche per questo il ricorso al referendum abrogativo, che i Comitati civici vorrebbero, suscita grosse perplessità, n.on solamente nella Democrazia Cristiana, ma nella stessa Chiesa. Con il referenditm, non si correrebbe soltanto il rischio di compromettere i già difficili equilibri politici alla vigilia d'elle elezioni (il referendum avrebbe luogo nel 1972, le elezioni nel 1973); 110nsi accenderebbe soltanto- la miccia di una anacronistica e pericolosa guerra di religion.e; ma coloro che vogliono il referenditm non possono essere neppure sicuri di vincerlo. Perché, di qui al 1972, anche gli italia11ie le italiane più semplici e impressionabili avranno avuto modo di constatare che l'introduzione del divorzio non avrà portato conseguenze apocalittiche: n.on avrà dato, per esempio, al marito la facoltà d'i « ripudiare» la moglie .vecchia per sostituirla con un'altra più giovane e piacente ( tesi sostenuta, fra gli altri, se ben ricordiamo, dal senatore Fiorentino). Perché, già alla vigilia della discussione parlamentare sulla legge Fortuna-Baslini, un sondaggio d'opinione ha rivelato che se, in linea di principio, la maggioranza degli italiani era contraria al divorzio, questa maggioranza diventava tuttavia favorevole no11 appena dall'astratto si passava al concreto, e cioè si passava a questo o a quel caso per il· quale si può chiedere lo scioglimento del vincolo matrimoniale. E soprattutto perché non tutti i cattolici, come ha giustamente osservato Raniero La Valle su « La Stampa », riterzgono che un valore 3 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==