Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

Gli investùnenti a111ericani in Europa per risolvere la crisi scoppiata nel Borinage dopo la decisio11e di chiudere progressivamente le miniere di carbone, ha fatto appello alle imprese statunitensi, offrendo a q11este, e soltanto a queste, condizioni incredibilmente vantaggiose, dai crediti agevolati a tasso irrisorio ( 1 % ) alla possibilità di ottenere terreni gratuiti; e si è perfino verificato il caso di aziende americane che, una volta insediate nel Borinage, ha11no assu11to manodopera italiana, certamente a più buon mercato, accentuando i flussi migratori e le conce11trazioni ·di industrie e di agglomerati urbani. In queste condizioni la prospettiva di una politica regionale articolata nell'ambito della dimensione comunitaria, lungi dall'essere facilitata, diventa quanto me110 pii.1 improbabile; e, nello stesso tempo, rischia di prender corpo una vera e propria concorrenza fra paese e paese, fra regione e regione, una sorta di gara da cui gli investitori americani finirebbero per ottenere vantaggi eccessivi nei confronti delle imprese europee. Un'altra preoccu.pazione di natura politica riguarda il condizionamento che l'industria statunitense pt1ò comincjare ad esercitare sul processo di integrazione europea. Le aziende d'oltreoceano controllano, ormai, interi comparti economici, e, in qualche caso, come per l'industria automobilistica o petrolifera, senza che questa massiccia presenza trovi giustificazione nell'apporto tecnologico e manageriale. In Italia, che pure fra i paesi europei è quello meno interessato dagli investimenti americani, si trovano sotto il controllo straniero il 65% della produzione petrolifera, 1'80% dei cosmetici e dei cusci11etti a sfera., e, dopo il passaggio della Ferrania alla Minnesota, l'intero comparto del materiale sensibile; è facile immaginare la situazione del Belgio o del Lussemburgo, e quella cl1e potrebbe essere in genere la situazione dell'intera Comunità fra qualche anno. Tanto più che le filiali americane, anche se all'atto della costituzione osservano certamer1te le norme vigenti in Europa e nel singolo paese d'insediam~nto, te11dono con il tempo, proprio per gli inevitabili legami con le società-madri e per le dimensioni transcontinentali che le caratterizzano, a muoversi seco11do una logica economica che sft1gge non solo al controllo statale, ma anche agli indirizzi comunitari, e finiscono tutt'al più per essere condizionate, nelle loro scelte, dalla congiuntura e dalla politica degli Stati Uniti (le alterne vicende del mercato dell'eurodollaro ne rappresentano· una esplicita confern1a). Nello stesso tempo, uno sviluppo degli interessi americani che non sia accompagnato da un parallelo avanzamento del processo 27 BioJi tecaginobianco

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