I A sud del Mar Nero magari di rischioso confronto. L'Occidente non deve credere di attendersi grandi resistenze da parte sovietica nella sistemazione del problema. È conveniente anche per l'URSS una soluzione definitiva ed è esattamente quel che l'URSS sta cercando in ogni modo di far intendere al più recalcitrante dei suoi satelliti, la Repubblica democratica tedesca. Il nodo strategico è altrove, è nel Mediterraneo, dove sono presenti una flotta e basi aereo-missilistiche sovietiche che fino a pochissimi anni fa non c'erano, dove l'URSS è in grado di effettuare, come l'Inghilterra degli inizi del secolo, la « politica delle cannoniere » a sostegno della propria espansione, dove il gioco di influenze e contro-influenze risospinge sovietici e americani a misurarsi in una gara pericolosa, dove le piccole velleità di alcune nazioni europeo-mediterranee accumulano errori che sospingono sempre più avanti la logica sovietica di penetrazione. Ne consegue dunque (anche se molte diplomazie occidentali, compresa quella italiana, non vogliono accorgersene) che_ il vero problema vitale della sicurezza del blocco occidentale è quello di Israele, cioè della sua sopravvivenza non solo rispetto alle pretese militari delle cosiddette « rivoluzioni arabe », ma anche rispetto alla manovra di attanagliamento politico messa in atto dalla politica di potenza sovietica. I due momenti sono del resto legati, percl1é il giorno in cui fosse definitivamente alterato, con una sconfitta e con una resa politica di Israele, l'equilibrio tra i blocchi nel Mediterraneo, si ricomporrebbe inevitabilmente il divario tra « diplomatici » e « guerriglieri » del n1ondo arabo: e a quel punto Israele cadrebbe comunque, anche come realtà nazionale sovrana. Questo ci pare il gioco politico-diplomatico che si è venuto dipanando negli ultimi tempi e ad esso ci sembra che i paesi della NATO abbiano prestato una attenzione certo insufficiente. Fermata sull'Elba - ma ci sono voluti vent'anni per realizzare questo obiettivo - l'URSS non ha comunque rinunciato ad una espansione della propria potenza, non più frontale sull'Europa, ma aggirante sul fianco basso (o, come si dice, sul « ventre molle ») del blocco rivale. Qui, per ora, a parte la ovvia presenza di basi e flotte americane, che stringe inevitabilmente il concorrente alla · scelta della convivenza anziché dello scontro (ma la legge, si badi be11e, è reciproca), la manovra sovietica ha incontrato un solo ostacolo, un unico, duro intoppo: Israele. Israele non è solo un avversario resistente, è un avversario che, si direbbe in linguaggio sportivo, cresce alla distanza. Il 1970 15 BibJiotecaginobianco •
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