Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

La finanza disastrata sciente politica di deficit spending di tip·o Keynesiano, messa in opera dall'esecutivo per rilanciare produttivamente il sistema econo_mico, perché quest'ultimo ha bisogno di investimenti e non di consumi improduttivi alin1entati dalle spese p·ubbliche corre11ti, dovute ad un apparato .burocratico sempre più costoso. D'altra parte, la do1nanda alimentata dalla spesa corrente del settore pubblico - allo stato attuale della nostra congiuntura economica interna - non sostituisce una domanda privata corrente, ma si aggiunge semplicemente a quest'ultima con un netto effetto inflazionistico. E poiché la spesa corrente del settore pubblico è attualmente alimentata in misura sempre più massiccia dal ricorso al mercato finanziario, ciò finisce per sottrarre risorse liquide agli investimenti fissi e al capitale circolante dei settori direttamente produttivi, spingendo tutto il sistema economico verso tassi di sviluppo annuo inferiori a quelli ottimali e potenzialmente realizzabili in assenza degli sprechi dell'app•arato statale. A questo punto occorre, dunque, domandarsi quali rimedi sarebbero realisticame11te attuabili p·er eliminare almeno le forme più macroscopiche e costose di malgoverno finanziario della cosa pubblica nel nostro paese. È evidente che il primo requisito, perché tale risanamento avvenga, è che esista una effettiva volontà politica di razionalizzare le pu·bbliche gestioni, volontà, che non è detto sia possibile si manifesti a breve scadenza. Tuttavia, nell'ipo,tesi che tale volontà politica esista, tutta una serie di soluzioni tecniche sarebbe possibile intro,durre a fini di riordinamento delle gestioni finanziarie pubbliche. Anzitutto, non si vede perché non sia possibile anche nel nostro, paese introdurre - a fianco o, addirittura, in sostituzione del sistema della competenza - il bilancio di cassa, come il solo economicamente rilevante per l'intero settore pubblico. Il discorso è certamente lungo e complesso, ma nessun veto costituzionale impedisce da noi una soluzione del genere, nel quadro di un gen-erale adeguamento di tutta la contabilità pubblica alle esigenze della program.mazione econo,mica. Ad ogni modo, anche escludendo, la soluzione più radicale dell'introduzione e istituzionalizzazione di un bi-- lancio di cassa, il semplice fatto ,di un contenimento delle previsioni di competenza della sp·esa pubblica - specie nel settore dei piani poliennali di investimento - l)ell'ambito delle prevedibili e ragionevoli disponi.: bilità annuali di cassa potrebbe ridimensionare opportunamente le cifre del bilancio statale, eliminando l'attuale assurdo e crescente accumulo di residui passivi. Questi ultimi, poi, pot,rebbero addirittura essere aboliti, qualora si introducesse un semplice meccanismo di « riporto » con- . . _tabile agli esercizi successivi per i residui di spesa della competenza non erogati a fine di ogni anno. In tal modo, l'attuale gestione autonoma 127 Bibiiotecagi nobianco

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