Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Saraceno e la politica economica nel dopoguerra economici allora reperibili: e avemmo la fortuna di collaboratori come Guido Carli, Bassi, Medici, ,Gambino, Papi, Alberto Ferrari, Ferrari Aggradi, Malagodi, Molinari, e molti_ altri. che sono oggi a posti di alta responsabilità in imprese pubbliche o private (Capanna, Cittone, Di Nola, Cazzaniga) o nella burocrazia (Landricina, Accardo, Cattani ...). Lo scopo del piano era prevalentemente conoscitivo e orientativo, ma le intenzioni dichiarate erano quelle di « mettere le basi di un'economia capace di progredire da sola», un'economia solvibile o viable come si disse allora. E il piano indicava prudentemente come traguardi vicini quello di un livello di consumi individuali pari almeno a quello del 1938, quello di raggiungere costi competitivi, di aumentare la qt1ota di reddito risparmiata, di aumentare l'occupazione umana - che sarà l'unico obiettivo non raggiunto -, infine di conseguire dopo un quadriennio l'equilibrio della bilancia dei pagamenti. ·Quest'ultimo, anzi, doveva costituire il punto di cerniera delle previsioni del piano ERP, perché il temporaneo sistema di aiuti era calibrato proprio sui disavanzi della bilancia dei pagamenti di ciascun paese. 7. Siffatti ricordi mi riportano al comune lavoro con Pasquale Saraceno, ai contemporanei tentativi comuni per un piano per il Meridione, che poi doveva sfociare nel 1950 nella Cassa del Mezzogiorno, al prodigioso e crescente superamento delle lacune quantitative nella conoscenza che formò oggetto della nostra ostinata inizjativa, poi all'intensa ricerca per la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla disoccupazione ( 1951-52). Il piano italiano 19481951 fu infatti l'occasione per iniziare 11na collana di apporti, sistematicamente condotti, sulla discussione dei principali problemi economici e sociali del paese. E se vantaggioso fu l'esame della situazione contingente dell'economia italiana, bisogna ricordare che il piano rese possibile anche uno spietato riesame critico di lungo periodo intorno ai difetti e agli squilibri del sistema, all'inadeguata capacità di sintesi e di previsione. Questa era la premessa necessaria all'individuazione delle cose da fare, al come farle, al come far coincidere le aspirazioni della società italiana alla formazione di risorse, e come evitare la loro incompatibilità; alla determinazione infine di un approssimativo scaglionamento nel ten1po dei traguardi giudicati possibili. La concezione tecnicistica del piano era allora preponderante, e il piano 1948-51 fu concepito soprattutto come preparazione 58 Bibliotecaginobianco

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