.. Saraceno e la politica economica nel dopoguerra più vivi ed intensi che ci siano mai stati tra noi. In secondo luogo le discussioni, a livelìo nazionale ed internazionale, attorno al Piano Marshall, che continuavano quelle ~uscit~te dai primi aiuti americani: discussioni delle quali, nella ìntroduzione di Barucci, si fa cenno, ma non in modo tale da rendere la tensione con la quale molti - ricordo tra gli altri Giordani - vi parteciparono, sia dentro che fuori della cerchia impegnata nella loro amministrazione, sia italiani che americani, appartenenti questi ultimi alla équipe rooseveltiana degli anni trenta, alla quale spesso i nostri si erano richiamati nel periodo della loro formazione. In terzo luogo, le discussioni e le prime scelte nei riguardi del riordinamento dell'IRI, che, se giunse a compimento in seguito, ebbe allora alcuni dei momenti di maggior rilievo. E potrei così continuare, ricordando le prime analisi dei problemi del sottosviluppo e del carattere dualistico della nostra economia; il congiungimento tra meridionalismo politico e meridionalismo all'insegna dello sviluppo economico, del quale ho prima discorso: i primi sviluppi del movimento federalista· europeo e l'avvio della politica di liberalizzazione degli scambi. " Anche se è vero che i dibattiti_ e le attività relative a questi temi maturano in gran parte dopo il 1947, ossia nella nuova atmosfera determinatasi con la guerra fredda e la politica neo-liberistica di Einaudi, è anche vero che essi erano stati al centro dell'attenzione nel periodo precedente e che i maggiori contributi al loro approfondimento sono stati dati allora e in seguito da uomini che avevano una chiara impronta resistenziale. Saraceno, in particolare, ha trovato allora su questi temi come interlocutori diretti sul piano politico uomini come Morandi, Vanoni, La Malfa, T'remelloni, uomini che non si erano mai illusi che il gioco fosse breve, che sapevano anzi molto bene trattarsi di un gioco lungo. Non è vero, quindi, che gli interlocutori siano allora mancati: all'inverso ci sono stati e Saraceno li ha incontrati appunto su questi temi. L'unica cosa vera è che - per un processo prima ancora culturale che politico - vennero allora a mancare gli interlocutori dell'estrema sinistra, il cui distacco, prima culturale che politico, si manifesterà subito dopo nella impostazione del cosiddetto « Piano del lavoro » del 1950 e nella negativa reazione della sinistra all'avvio della politica meridionalista degli a11ni cinquanta; un distacco che durerà a lungo, e dura tuttora, che ha separato allora sul piano culturale i comunisti da guariti .continuarono a lavorare sul Piano, del quale gli scritti del 1943-48 raccolti nel 50 Bibliotecaginobianco
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