Nord e Sud - anno XVII - n. 128-129 - ago.-set. 1970

Riccardo Perissich per u11a rapida creazione di una mo·neta europea, che oggi sarebbe basata assai più sul marco cl1e non sulla sterlina. La Commissione ha chiesto che l'accettazione di alcuni impegni di b·ase faccia parte delle condizioni che la Comunità deve porre alla Gran Bretagna nel corso dei negoziati. Anche il governo francese, per bocca del Ministro degli Esteri Schumann, ha sostenuto una posizione a11aloga. La co,sa sarebbe semplice se esistesse un accordo fra i Sei, ma questo non esiste ed è invece possibile che le incertezze britanniche giochino nel senso di approfondire le divergenze all'interno della Co1nunità. Ciò significl1erebbe che il fronte a sei si rom.perebbe proprio s11 un punto crucia.le, col risultato·, pericolosissimo, di irrigidire la posi2do11e francese a tutti i livelli. Il problema è inoltre complicato dal fatto che le decisioni fonda1nentali relative all'u11ione economica e monetaria dovra11no essere prese durante i negoziati per l'allargamento e nel corso del successivo periodo transitorio; bisog11erà dunque trovare u11 sistema per collegare i candidati alle discussioni in materia e realizzare il loro adatta~ento ad una Comunità che è essa stessa in rapidissima evoluzione. Le prospettive 110n so,110per il mo1nento molto rosee. La formula « coordinamento delle p-olitiche economiche » è assai nebulosa e rischia di rivelarsi illusoria di fronte alla forza delle realtà interne. Una unione monetaria co11 le attuali differenze strutturali potrebbe d'altra parte accentuare gli sq11ilibri e il drenaggio di risorse dalle zone povere verso le zone ricche. Tuttavia bisogna ricordare che i paesi più deboli saranno comu11qite co,ndizio11ati dall'integrazione, mentre quelli più ricchi dovranno, comunque co·ntribuire alla prosperità ·comune. Il problema, che no11 può essere riso,lto né col coo-rdi1 namento né con una fiducia eccessiva in meccanismi mo•netari automatici, pone invece l'esigenza di una politica economica comune dotata di strumenti adeguati. In particolare, gli squilibri dovrebbero essere co1npensati co·n interventi finanziari co·munitari, attraverso il potenziamento degli strumenti esistenti (Fo·ndo Sociale,- Banca degli I11terventi. ..) e la creazio 1 ne di strumenti nuovi, in base a o,bjettivi di politica regionale decisi in comune e discussi democraticamente. Conclusioni. I negoziatori che passeranno lu11ghi mesi insieme a Bruxelles dovranno tro,vare t1na soluzione a tutte queste sciarade. Si posso·no ipotizzare due tipi .di negoziato. Il primo consiste nel cercare un accordo minimo sulle questioni più impo 1rtanti (agricoltura), per concludere rapida.mente le trattative, riserva11dosi di discutere le 108 Bibiiotecaginobiahco

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