Nord e Sud - anno XVII - n. 127 - luglio 1970

... Ugo Leone unitaria e il reddito pro-capite; per far questo, allo stato attuale delle cose, è indispensabile un maggiore impiego di mezzi tecnici; questo non è possibile a causa delle minime dimensioni ~ziendali, le quali a loro volta non consentono all'agricoltore sia uri economico uso dei mezzi meccanici, sia una razionale utilizzazione del credito agrario. Occorre, dt1nque, rompere questo circolo; e il riaccorpamento fondiario appare la condizio•ne di base per rendere possibile, quanto meno « tec11icamente », la razionalizzazione della produzione. Ma resta sempre l'elemento « costo » ad ostacolarla. A questo punto, ci ·pare che la soluzione unica, che soddisfi, cioè, entrambe le esigenze, sia quella della cooperazio·ne fra gli agricoltori: la quale, unendo i « fazzoletti » di terra di proprietà dei singoli membri della cooperativa, crei un accorpamento di fatto·. D'altra parte, l'unione dei mezzi eco·nomici rende più « facile » l'acquisto e il noleggio delle macchine e degli altri mezzi tecnici nei periodi in cui tali strumenti sono necessari per la lavorazione dei terreni o per la raccolta dei prodotti. La soluzione di questo problema è il presuppo•sto per una co1mpleta ristrutturazioné, e rinnovamento dell'agricoltura. Occorre esaminare l'attuale utilizzazione del suolo nella regione nelle varie zone; considerare le vocazioni colturali di ciascuna zo-na; controllare in quali di esse tali vocazioni vengono assecondate, anche compatibilmente con le esigenze di mercato; correggere, infine, le tendenze ,di utilizzazio 1 ne contrarie alle vocazioni, nelle zone in cui tali tendenze si riscontrino. Non è poco. Comunque, sulla scorta di queste indicazio.ni, è stato possibile definire tre tipi di aree. Aree « di grande concentrazione produttiva agricola », in cui coesistono fattori fisici· favorevoli e grosse opere di trasformazione agricola: la valie del Pescara, irrigata su oltre 4000 ettari, il litorale a,driatico ed il bacino del Fucino, il quale ultimo merita un discorso un po' più lungo. Nella co,nca, nel 1951, a.nno dell'istituzione dell'Ente per la Colonizzazione della Maremma e del Fucino, ha avuto inizio un vasto pro-gramma di opere di bonifica e di trasformazio•ne fondiaria, di irrigazione (6500 h) e di meccanizzazione dell'agricoltura. I risultati sono stati « immediati » e la •produzione è passata da 260 quintali per ettaro per la barbabietola da zucchero a . 650 in un decennio; da 23 a 45 quintali per il grano; da 140 a 280 per la patata. Un secondo tipo di aree che si definisco110 « suscettibili di grande conc~ntrazione produttiva agricola » perché •di più recente trasformazione, sono: le valli del Vomano, del Tavo, dell'Aterno, del Foro, del Sangro e del Trigno e la conca di Sulmona. Infine, altre aree, quali la valle del Tirino, le conche dell'Aquila e 80 Bibiiotecaginobianco

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