.. Er1nanno Corsi banistico, a potenziare i servizi pubblici ed a im·porre la prevalenza dell'interesse pubblico come criterio-guida dell'azione amministrativa, si è visto chiaramente ,da quali settori politici (interni ed :esterni alla DC, ma tutti improntati dalla stessa matrice « ideologica ») sono venute le principali resistenze, il cui contenimento si deve solo ad una parte della DC ed alle .. forze della sinistra democratica. Le ricorrenti congiure per rovesciare il sindaco Princi,pe (che pur tuttavia è riuscito a salvaguardare la prospettiva di centro-sinistra e l'indirizzo riformatore della giunta anche nei momenti più cruciali, grazie anche alle sue personali capacità mediatrici) sono una dimostrazione della mobilità di idee, del clima di ·rissa e di sedizione in cui è vissuto il gru·ppo consiliare della Democrazia Cristiana. Il fatto è che in questi ultimi cinque-sei anni, che pure hanno visto l'avvento di amministrazioni di centro-sinistra, al Comune ed alla Provincia, il !aurismo è sopravvissuto nella DC, ha contaminato il gruppo dirigente democristiano, ha fatto sentire il peso delle sue visioni arretrate, dei suoi interessi oggettivamente antitetici con gli interessi della città. Se gli anni cinquanta sono stati caratterizzati dall'esplosione del !aurismo e gli anni sessanta dalla lenta assimilazione trasformistica, da parte della DC, dei più screditati notabili monarchici e fascisti, gli anni settanta si aprono, per Napoli, con una felice prospettiva: quella di un discorso politico e di un'azione amministrativa veramente nuovi. Le forze della sinistra democratica hanno davvero oggi un ruolo di protagoniste, possono davvero gestire la città con criteri moderni. Il fatto cl1e dalle elezioni del 7 giugno sia scaturita una maggioranza qualificata di centrosinistra, sia pure di stretta misura ( 41 voti su 80), è un elemento fon·damentale nel disegno di sviluppo della città. Vuol dire che finalmente il Comune non ha più bisogno di « cani sciolti » e di « consiglieri squillo», che si è liberato della piaga de] trasformismo (la « bestia nera» di Salvemini). È un elemento che acqt1ista valore non solo alla luce delle più recenti e penose vicende politiche napoletane, ma anche alla luce del rinnovamento che sembra caratterizzare il gruppo democristiano alla Sala dei Baroni, finalmente ripulito di quei notabili dorotei che hanno mantenuto un clima di rissa nella precedente legislatura e finalmente epurato delle figure più ti:piche della tradizione monarchica e fascista napoletana. Gli elettori napoletani hanno fatto una chiara scelta di centro-sinistra. Hanno dato alla DC 216.352 voti e 28 seggi, al PSI 47.035 voti e 6 seggiI, al PSU 44.861 voti e 5 seggi, al PRI (presente per la prima volta dopo le elezioni del 1952) 16.687 voti e 2 seggi. Scegliendo la maggioranza di centr~ sinistra, ha scritto molto opportunamente Franco Grassi su « Il Mattino » dell'l 1 giugno, « gli elettori napoletani hanno detto sì alle riforme, hanno detto sì ad una politica del territorio che sia programmata nella prospettiva di un sempre maggiore appagamento delle esigenze dei lavoratori ». I partiti di centro-sinistra hanno adesso il compito di gestire il successo riportato il 7 giugno, di tradurre l'indicazione degli elettori in azione po78 Bibiiotecaginobianco •
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