Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Giornale a più voci Cronache napoletane Il centro-sinistra esce dal Consiglio Comunale di Napoli con 43 voti e vi ritorna con 41. A prima vista, giudicando su una base strettamente. aritmetica, sembrerebbe questo un dato negativo, una sconfitta della coalizione (DC, PSI, PSU, PRI) che ha gestito il Co1nune nell'ultima legislatura (dal '64 ad oggi). Invece, in questo 1 dato apparentemente negativo stanno il successo, la forza e il credito politico acquisiti, attraverso la consultazione elettorale del 7 giugno, dai partiti che hanno gestito il Comune. Per sgombrare il terreno da ogni paradosso, occorre rilevare subito che per la. prima volta, al Comune ,di Napoli, è possibile costituire t1na maggioranza stabile e una Giunta di Centrosini 1stra in seguito ad una chiara indicazione dell'elettorato e non in seguito ad « operazioni di vertice », come ha osservato eufemisticamente il direttore de « Il Mattino », Giacomo, Ghirardo, nell'editoriale dell'll giugno scorso, alludendo alle ricorrenti operazioni trasformistiche promosse dalla DC soprattutto dal 1960 al 1965. È storia recente. La DC ha prima coperto, negli anni cinquanta, l'avvento ,del !aurismo a Napoli, l'avvento della consorteria di armatori e di appaltatori che per anni, in1punita, ha messo le mani sulla città, ha levantinizzato il Municipio ed ha corrotto la vita sociale di questa « sovrap·popolata capitale decaduta». Poi, quando il mito di Lauro ha cominciato a declinare, ma è rimasto abbastanza forte per tenere al Comune ed alla Provincia la maggioranza relativa, la DC no11 ha esitato a stringere alleanze esplicite o a patteggiare sottobanco il suo sostegno ad Amministrazioni laurine minoritarie. Quin·di, allorché il partito di Lauro ha dimostrato p·er tanti segni di non essere più un partito, ma di sopravvivere ca.me un'armata brancaleone, la DC si è messa sul piano della lotta a Lauro per contendergli gli 11ltimi avventurieri della vita 1 politica napoletana. Così i gruppi consiliari della DC, al Comune ed alla Provincia, si sono gonfiati, a partire dal 1960, col reclutamento indiscriminato di consiglieri eletti nelle liste di Lauro: affaristi, speculatori e imprenditori senza scrupoli che, tramontata l'impunità laurina, avevano adesso bisogno dell'impunità democristiana. È stato il periodo più squal 1 lido della storia napoletana conte1nporanea, il mo1nento di maggiore degradazione ,del costume politico e di mortificazione delle autonomie locali. Mai come allora Napoli si è configurata come un'isola di malcostume e di arretratezza civile, mai come allora è stata tanto costante, nel paese, l'ondata antimeridionalistica in generale e antinapoletana in particolare. Pochi commentatori politici, nel clima di generale acquiescenza e rassegnazione, avevano il coraggio morale di chiedersi il perché di tutto ciò. Uno di loro scrisse: « Perché questa inerzia della DC di fronte a questo n1assimo ese111pio di disordine e di inettitudine a1n1ninistrativa? Perché i due massimi esponenti della DC napoletana, il Presidente della Camera (si è detto di lui che fosse, accanto ai due leoni dello stemma laurino, il « terzo Leone ») e · il sen. Gava, hanno lasciato diffondere la voce che essi non intendevano esporsi contro Lauro e, anzi, intendevano· favorirlo? Perché essi 73 Bibliotecaginobianco

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