Nord e Sud - anno XVII - n. 126 - giugno 1970

Giulio Picciotti nostro paese t1n ripensamento ecclesiale che non si acquieta dei risultati raggiunti, ma vuole approfondirli ed estenderli. Non a caso le elezioni del 7 giugno '70 hanno ·presentato alcuni fatti nuovi. In primo luogo è mancata da parte della Conferenza Episcopale Italiana l'indicazione di un voto per la DC. L'assemblea della CEI del 15 aprile 1970 ha affermato che le « doverose scelte concrete per la promozione del bene comune vanno fatte dai cattolici responsabilmente secondo i dettami di un.a retta coscienza, illun1inata dal messaggio evangelico e dall'insegnamento della Chiesa». « Spetta alla loro coscienza, già debitamente formata, inserire la legge divina nella vita della città terrena» ( « Gaudium et spes », 43). La diversità rispetto al '68 balza nettamente. Là si parlava ancora di « valori cristiani nella società italiana » da tutelare e si richiamavano « le tradizioni del laicato cattolico militante da oltre un secolo nella vita italiana»; qui si parla di « scelte» affidate alla « retta coscienza ». Anche questa volta non sono mancate le interpretazioni limitative. Il quotidiano cattolico « l'Avvenire » 11ellesettimane che hanno preceduto il voto è venuto sempre più precisando la scelta in favore della o,c, fino a muovere, alla vigilia, un appello ai cattolici. in nome di una posizione ingiustificatamente attribuita alla Conferenza Episcopale. Il suo direttore Angelo Narducci scriveva nell'editoriale 14 che « qualcuno J1a rilevato, con gioiosa sorpresa o rammarico, a seconda dei propri convincimenti, che in occasione di queste elezioni, tanto importanti, i vescovi i!aliani non hanno creditto opportuno fare dichiarazioni, interpretarzdo variamente questo silenzio ». « Il silenzio - scri, 1eva ancora - non significa, né lo potrebbe, estraneità dei ,,escavi dalla vicenda del paese », e proseguiva affermando che il comunicato di quest'anno della CEI « in una f or111aimplicita, ma no11 troppo, riprendeva motivi espressi nella dichiarazione _del gennaio 1968 ». Il giorno seguente sempre «l'Avvenire» ripeteva l'invito a votare DC, per motivi politici: « se rion vogliamo una crisi destinata a lacerare il paese e a gettarlo nell'incertezza, se non vo·gliamo gli scontri frontali tra gli opposti· estremismi, il voto dato alla DC rappresenta una scelta ragionevole e fondata. Tanto più potremo essere critici severi ed esigenti del partito di maggioranzct e della sua classe dirigente quanto più avremo coséienza dell'importanza anche in questo momento di un voto attribuito alla DC ». 14 «L'Avvenire», 6 giugno 1970. 30 Bibiiotecaginobiancu

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