Sergio Antonucci aziendale ad un tale atteggiamento dei candidati è negativo (come se l'azienda tendesse realmente, sinceramente, a rifiutare elementi che si comportino in questo modo); ma fatalmente è questo il calco nel quale, attraverso gli anni, viene plasmata la massa dei dipendenti: col risultato di un condizionamento generalizzato alla sottomissione, con poche e limitate eccezioni, e mal tollerate nel complesso, di individui autonomi ed indipendenti che apertamente rifiutano il servilismo, l'adulazione, o anche solo la totale identificazione che l'azienda auspica. E del resto, ogni società autoritaria o sostanzialmente antidemocratica - come lo è ogni organizzazione aziendale - tende inevitabilmente, co1ne una vocazione che è al tempo stesso una condanna, a cercare, a generare ed a formare nel suo seno, individui improntati ad una struttura gregaria e servile. Vediamo allora come il linguaggio usato dal padre e dal figlio pugliesi nel loro obiettivo di ottenere un posto, non è molto diverso da quello di un altro ex dipendente, il quale non ha alcun motivo concreto ed immediato di ingraziarsi la società alla quale non appartiene più. Ecco la poesiola che un vecchio pensionato manda al giornalino aziendale : « Cara XYZ / quando leggo quel caro giornalino / che tu sempre n1i mandi tutti i mesi / allegro son più forse che un bambino / e penso alle mie forze, a quel che resi / durante il mio servizio. E vedo / ancora le bianche strade sulle quali andavo / quando con la mia botte di buon ora / olio e benzina ai clienti portavo. / Credo tutto quello che era in n1e di buono / donai fino a quel giorno che per. me fu un lutto / quando per l'età il posto lasciai. / Ora son vecchio o XYZ, ma ancora sento correre il sangue nelle vecchie vene. / Il Distintivo porto e son contento di ricordarti ancor, e volerti bene ». Ed aggiunge: « questi versi sono usciti spontanei dal mio vecchio cuore. Con cordiali saluti ed un caro ricordo per tutto il Personale ed i Sigg. Dirigenti.. .. ». Inutile far rilevare che dopo oltre dieci anni, da quando cioè il vecchio ha lasciato la società, personale e « Sigg. Dirigenti » saranno cambiati, e nessuno o quasi si ricorderà più di lui, e lui stesso non conoscerebbe più nessuno. Anche qui, con1e nell'ex di Foggia, vi è questo concetto di una continuità mitica, come quella che si vuole perpetuare nei reggimenti militari. Ma la cosa più preoccupante di questa poesiola - avevo dimenticato di dirlo: capitata per caso nella posta in arrivo sul mio tavolo, era stata presa per una domanda di assunzione - è l'altro concetto che emerge, ripetutamente: l'idea delle proprie forze dedicate alla società, ciò che lui « rese » durante il servizio, questo ricordo che affiora come una cosa bella (forse, addirittura la cosa più bella 76 BibliotecaGino Bianco
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