Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Argo nient i mano tremolante che non è la stessa che ha scritto la lettera. Il vecchio si è fatta scrivere la lettera da qualcuno che non è neanche il figlio Francesco. Ma osserviamolo questo giovanotto. Dalla fotografia attaccata alla nota informativa che gli abbiamo inviato perché ce la restituisse compilata, si presenta bene, sguardo fermo, espressione vivace. Dalla lettera del padre uno potrebbe pensarlo disoccupato, in cerca di sistemazione, con1e tanta gente del Sud. Tutt'altro: è occupato presso un'altra grande società petrolifera, come capodeposito, a Foggia, guadagna quasi tre milioni all'anno, il che non è poco, specie al Sud, ha una macchina tedesca BMW. A meno che non vi siano motivi che ci nasconde, la sua posizione sembrerebbe buona e promettente: ha sei anni di anzianità ed un certo avvenire davanti. Tuttavia egli « vorrebbe entrare nella nostra società per migliorare e, per essere figUo di dipendente di codesta società per 20 anni, anche per ragionj di carattere sentimentale. Nella speranza di entrare a far parte della eletta schiera di codesta spett. .. ». Su queste lettere di padre e figlio, le considerazioni potrebbero essere innumerevoli. Se nel caso del... pellegrino bolognese eravamo ai limiti del patologico, dello squilibrio psichico, ad uno stato di esaltazìoJ?-e ed autocommiserazione (indipendente dal tentativo di ottenere il posto - o magari coscientemente strumentalizzato); se nelle lettere della madre genovese siarno nella piccola bigotteria applicata al mondo aziendale - in quest'ultimo caso si tratta di due persone perfettamente sane e normali. Le quali, evidentemente, ritengono normalissimo ed accettabile il processo di identificazione e di trasposizione 111istica aziendareligione. « Il Presidente », viene considerato in una dimensione di continuità, al di fuori del te1npo, come se si trattasse - più ancora che della stessa persona - di una entità superiore, astratta ma al tempo stesso reale, vivente: egli diventa infatti la « Persona Santissima del mio Presidente ». Agli occhi del vecchio, e attraverso di lui, a quelli del figlio, la « Società », i suoi simboli, il suo personale, il rapporto di lavoro con la XYZ, acquistano un valore religioso-mistico-militare, da ordine religioso-militare (qualcosa come i Cavalieri Teutonici, il San Graal); valori che entrambi collegano alla appartenenza alla società: « militare », « assumere nelle file », « assorbendo nelle elette schiere », « la gente di buoni e sani principi che il Buon Dio ha posto nelle file ... »_; il senso di appartenenza che permane negli anni, indelebile, quasi come un attacca1nento a sfondo amoroso: « la mia indirnenticabile XYZ », più voìte ripetuto, il concetto di esserne « assorbiti » come per una unione total~, indissolubile, can1ale. Del resto, i principi del padre sono stati « assorbiti » dal figlio. Ques_ti, fra i motivi che pone alla base del 73 BibliotecaGino Bianco

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