Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Argomenti nel lungo termine, n1odificando il tipo di control1o e di guida nell'accumulazione e nel dislocamento dei mezzi di produzione. Con1e è noto, gli investimenti procedono a salti, determinati fondarnentalmente da due fattori: il limite della capacità produttiva di una certa struttura industriale e la durata del ciclo di innovazione. Per quanto riguarda il primo aspetto, la nostra politica economica dovrebbe agire costantemente •sulla risposta produttiva del siste1na, adeguandola agli stimoli e creando condizioni atte ad aprire i canali della produzione e ad eliminare le strozzature. In altre parole, una politica economica moderna dovrebbe guidare il sistema a superare i limiti della capacità produttiva mediante un controllo della domanda ma soprattutto dell'offerta. In tali condizioni è possibile orientare il salto nella capacità delle strutture industriali, determinando l'amplia1nento del capitale produttivo a disposizione. I cicli innovativi hanno minori possibilità di essere guidati; ma proprio per questo è necessario un attento controllo dei loro effetti sul sistema, in modo da graduarne l'incidenza nel tempo e nello spazio. Cerchiamo ora di comprendere che cosa è successo e che cosa sta succedendo agli investimenti nel nostro paese. Gli investimenti sono stati condizionati principahnente da tre elementi: a) l'andamento della bilancia dei movimenti di capitali; b) la politica creditizia; e) la mancanza di una politica di guida e controllo. Le condizioni dei mercati monetari internazionali hanno provocato, specie in Europa, un continuo rialzo dei tassi di interesse a breve ed a medio termine. Questo fenomeno ha avuto per epicentro l'economia degli Stati Uniti. Già dalla fine del 1968 l'economia americana funzionava sotto sforzo: le eccezionali spese belliche e gli investimenti, aumentati nei confronti del 1964 rispettivamente del 58% e del 60%, avevano generato forti tensioni sul mercato monetario del paese. La conseguente inflazione che si era venuta sviluppando sempre più intensamente nel corso del 1969, era stata affrontata dalle autorità monetarie con una stretta creditizia generalizzata. Ma gli Stati Uniti, nel momento in cui il sistema ha funzionato al limite delle proprie risorse, hanno avuto la possibilità, attraverso i canali n1onetari internazionali, di scaricare la pressione sulle loro capacità finanziarie sui mercati mondiali ed in special modo s_u quelli europei. Se quindi il sistema bancario americano restringeva il credito nel tentativo di raffreddare l'economia, gli operatori si rifornivano abbondantemente di mezzi monetari rastrellando capitali in Europa. La conseguepza più diretta non poteva non essere un rapido aumento dei tassi di remunerazione dei capit_ali. Così l'Italia ha registrato una note57 BibliotecaGino Bianco

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