Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Luigi Compagna preciso di questa paigina futurum docebit, ma la sua importanza la s1 può affermare fin d'ora ». Per Crode, quindi, l'immortalità e la grandezza di Lenin erano legate alle sue gesta più che alle sue idee, alla storia dei fatti più che alla storia del pensiero, all'esecuzione di una prassi più che a,lla formulazione di una filosofia dell'azione politica. Questo giudizio ci sembra ancora convincente e non ci pare possra dirsi « superato e battuto» dal fatto che oggi, a cent'anni dalla sua nascita, si riconoscono in Lenin forze sociaili e uomini politici di tutte le razze e di tutti i continenti che dal suo mesiSaggi.o vorrebbero trarre una fede altrettanto incrollabile, un'energia altrettanto inesauribile ed un'intelligenza altrettanto acuta da porrie globalmente al servizio della rivoluzione. Rivoluzione di cui Lenin non fu i'ideologo, o meglio lo fu, ma lo fu sempre subordinatamente ad una più decisiva e da lui p~ù sentita funzione: quella dell'artefice, del protaigonista. Come tale egli non volle mai porsi problemi di fine, ma solo di mezzi: il fine era la ·:tjivoluzione ed ai mezzi Lenin dedicò tutta la sua opera di scrittore politico, volta a volta sostenuto da una lucidità e da una coerenza chd, come aveva intuito Croce, non erano quelle del pensatore profondo e m.eno ancora dello scienziato, ma quelle del politico, del politico realista il quale aveva capito che, per provocarla e per portarla fino m fondo, la rivoluzione bisognava in un certo senso impersonarla. Solo un'idea fatta persona avrebbe potuto interpretare e addirittura anticipare il bisogno che il popolo russo aveva di instaurare un nuovo sistema sociale e la necessità del movimento rivoluzionario mondiale di avere nuove idee: questo era in fondo quello che ,intendevano i vecchi bolscevichi quando dicevano che senza Lenin, ossia senza l'uomo geniale capace di andare a cogliere direttamente sul oampo « l'occasione rivoluzionaria» che i suoi scritti teorizzavano, la Rivoluzione d'ottobre quasi sicuramente non ci sarebbe stata. È vero: la Rivoluzione d'ottobre è legata alla personalità di Lenin e ial ruolo ,che egli vi svolse come nessun alt,ro avvenimento storico rispetto a nessun altro protagonista. Lo notò Croce, ma lo aveva già intravisto Plekhanov, maestro di Lenin e unanimemente considerato il padre dì tutta una generazione di marxisti russi, il quale, a conclusione di un suo saggio del 1898 su La funzione delle personalità nella storia vista alla luce della concezione marxista, aveva scritto che « nei rapporti sociali esiste una determinata logica: sino a quando gli uomini si troveranno in determinati rapporti reciproci, essi ineluttabilmente sentiranno, penseranno e agiranno appunto così e non altrimenti. Contro tale logica sarebbe inutile che si mettesse a lottare anche l'uomo politico: H corso naturale delle cose {cioè questa stessa logica dei ,rapporti sociali) ridurrebbe a nulla tutti i sua;i sforzi. Ma se io so in che senso mutano i rapporti sociali in virtù di de .. terminati mutamenti del processo sociale ed economico della produzione, io so pure in che senso si muterà anche la psicologia sociale; di conseguenza io ho la possibilità di influire su di essa. Influire sulla psicologia sociale vuol dire i,nfluire sugli avvenimenti storici. Quindi in un certo senso, 36 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==