Vittorio Barbati Sorge così una do·manda: l'attuale -ripartizione dei ministeri eco- . nomici per « specializzazioni » è anco,ra rispo,n-dente alle necessità del1' economia? Senza dubbio, la ripartizione per settoTi produttivi, che gli attuali dicasteri riproducono, è ancora valida,: almeno nelle sue grandi linee. Ma, come si è ,detto, le inter.dipendenze tra tali settori sono oggi molto m·aggiori e molto più 'strette che in passato. E questo è un fattore del quale non si può non tenere conto. Anche in questo caso, la rigida compartimentazione esistente fra i vari dicasteri rap•presenta un elemento negativo di notevole peso, che, inoltre, provoca, o rischia ·di provocare, in parecchi casi, altre so,vrapposizioni di co,mpetenze. E le sovrap·posizioni di competenze, come si sa, soprattutto, qu·ando si verificano in un sistema rigido ed anco,rato a schemi or,dinativi e giuridici non del tutto a·derenti ai tempi, non contribuisco,no, certo• a snellire e dinamizzare delle attività che invece hanno assoluto bisogno di coordinamento e di tempestività. È vero che l'agricoltura è una cosa ben diversa dall'industria, tanto per fare un esempio. Ma è del pari vero che, in molti casi, i confini fra il settore agrico 1 lo e quello industriale ten,dono a divenire flui,di o evanescenti. L'agricoltura - pur non potendo non conservare le sue caratteristiche s,pecifiche, legate anche a fattori olimatici ed ambientali - deve percorrere nuove vie per sopravvivere: ·deve adeguarsi tecnicamente,. accettare i principi dell'econo•mia di scala, collegarsi ai processi di trasformazione e di commercializzazione dei suoi prodotti o addirittura inserirsi in essi. È evidente che, per quanto riguarida questi aspetti, sorgono delle sovrap·posizioni inevitabili fra le competenze del dicastero• deli'Agricoltura e ·di que1101 dell'Industria, del commercio e dell'artigianato. Senza contare poi le so,vra·p,posizioni che, sempre restando· nell'esempio, si ,possono determinare fra questi due ministeri e quello dei Lavori pubblici. E si ·potrebbe continuare. Non è ovviamente possibile, in un brev~e scritto, entrare in dettagli che richiederebbero una trattazio,ne ben più ampia ed approfondita. Qui, piuttosto, si vuol porre in risalto che le attuali strutture, se anche presentano alcuni elementi positivi, non sono, in tutto o in parte, idonee a realizzare programmi articolati e co,mplessi come quelli richiesti dalle_ crescenti interrelazioni tra i vari settori produttivi. Essenzialmente perché tali programmi richiedo•no delle organiche successio,ni di interventi efficacemente armonizzati, nello spazio, nel tempo e •nell'intensità degli sfor~i; successioni che molto, difficilmente possono essere pianificate ed attuate senza idonei organi tecnici perma,nenti -di coo,rdinamento. E che posso·no essere solo ostacolate dall'esistenza dell~ attuali rigide compartimentazioni. 90 BibliotecaGino Bianco
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