Giornale a più voci dimentichiamo che « se l'uccello muore bisogna subito denunziare il fatto al comitato provinciale della caccia», che provvederà ad « onorata sepoltura»: almeno crediamo. La legge è legge. Solo che gli scienziati interpellati hanno dichiarato di non sentire affatto la necessità di questa legge, la quale, come ha detto il prof. Augusto Toschi - direttore del laboratorio di zoologia applicata alla caccia di Bologna _, « rap,presenta soltanto un compromesso per consentire la cattura dei richiami». E, poi, siamo seri: per accertare e reprimere l'uccisione degli uccelli catturati occorrerebbe un vero e proprio esercito di « controllori » che, invece, non esiste affatto. Noi, in Italia, come ha detto l'entomologo prof. Mario Pavan della Università. di Pavia, no,n abbiamo alcuna organizzazione che consenta di controllare efficacemente quanto si fa nei roccoli e nelle uccellande. « Ora è evidente che quando si catturano gli uccelli con le reti, non essendoci nessuna organizzazione che possa dare la garanzia che gli uccelli catturati vengano poi lasciati liberi anziché venire uccisi e passati al commercio per l'alimentazione, si lascia libero l'uccellatore di fare quello che vuole». D'altra parte, « è assolutamente impossibile che gli uccellato 1 ri, i quali hanno sempre catturato gii uccelli per mangiarseli, oggi diventino improvvisamente degli scienziati... ». Come abbiamo detto, dunque, quello dell'uccellagione a scopo scientifico è un puro pretesto « e per contro porterà dei gravissimi danni all'avifauna e all'agricoltura». Infatti se è vero che gli uccelli mangiano il grano e rovinano la frutta, è ancor più vero• che essi mangiano anche gli insetti in una misura aggirantesi intorno agli otto milioni di chilogrammi in un mese. Otto milioni di chilograrr1mi di insetti che, lasciati liberi, sarebb 1 ero in grado di provocare all'agricoltura danni ben più disastrosi, in perdite di raccolti e di prodotti immagazzinati, di quanti non ne procurino gli uccelli « mangiando il grano e rovinando la frutta». Dunque, uccidendo gli uccelli in generale e quelli insettivori in particolare, « evidentemente distruggiamo uno àegli elementi di equilibrio della natura. Equilibrio impo1 rtantissimo perché laddove gli uccelli esistono gli insetti diminuiscono: questo è riconosciuto in tutto il mondo, dove la scienza è ascoltata». E tutto il mondo dove la scienza è ascoltata e dove, comunque, si ha un concetto della natura e un amore per essa ben diversi da quelli che si registrano in Italia, è letteralmente insorto contro la 906. Nella citata seduta del 24 gennaio scorso, il relatore on. Carlo Sangallo (D.C.) aveva detto: « mi rifiuto 1 di pensare che questa legge possa screditare l'Italia all'estero». Sono state le classiche « ultime parole famose»: una vera e propria ondata di sdegno ha sommerso i tavoli delle redazioni dei giornali, in lettere provenienti da tutto il mondo; molti turisti stranieri hanno disdetto le prenotazioni negli alberghi italiani per la prossima estate: eminenti scienziati e personalità di tutto il mondo ci hanno accusati, senza mezzi termini, di massacro indiscriminato. . Se si vuole arrivare alla « primavera silenziosa», o meglio muta, cioè alla 63 ~ Bib.liotecaGino Bianco -
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