... Marisa Càssola vita politica attiva ». Nata da intenti chiaramente anti-agiografici e quasi dissacratori, la sua versione della guerra di liberazione fu talora accusata di cinismo e di qualunquismo, ma ciò non distolse Fenoglio dal perseguire una sua immagine della Resistenza, obiettiva e anche impietosa, nella quale, accanto agli atti eroici venivano registrati con rigore implacabile anche gli aspetti brutali, come le violenze, la caccia all'uomo, la lotta all'ultimo san.gue per la sopravvivenza; il tutto calato in un'atmosfera di libertà e di ebb·rezza giovanile, per cui non di rado la materia del racconto assurge al rango di un mito e quasi di una favola, che semb,ra narrata dal canto fermo di un aedo o da un cronista impassibile, che eguagli nel suo tono uniforme il resoconto di vittorie e sconfitte~ d'imprese avventurose e di atti di viltà. Il partigiano, l'eroe per eccellenza di Fenoglio, è di rado cosciente fino· in fondo delle ragioni morali e politiche per cui cOtITib·atte, mq, è un essere istintivo, che vive l'idea prima ancora di pensarla, e ha scelto la lotta partigiana non solo per elementare senso di giustizia, ma anche per amore dell'avventura. Del resto c'è sempre in Fenoglio un'ammirazione incondizionata per gli uomini capaci di gettare la vita allo sbaraglio, di rischiare il tutto per tutto, e non solo in guerra, ma anche nell'esistenza di ogni gio,mo, di cui spezzano la monotonia con un gesto spavaldo e provocatorio, come il giocatore d'azzardo, che perde il suo ·patrimonio in una sola nottata (v. Ma il mio amore è Paco); come l'evasore fiscale che decide la sua sorte sparando sull'agente delle tasse (La novella dell'apprendista esattore); come l'assassino che, braccato in un fienile, resiste. alla forza pubblica per un'intera giornata (Un giorno di fuoco). Il partigiano si •pone alla sommità di questa scala umana, colla superiorità che gli viene dall'essere impegnato non in una individuale sfida alla società, ma in una lotta collettiva, con fini di giustizia che sovrastano ogni obiettivo particolare. Ettore, il protagonista de La paga del sabato, incarna ancora una volta il tipo del fuorilegge ardito e 'generoso; personaggio non nuovo nel mondo di Fenoglio, l'avevamo già visto impegnato nella Resistenza, ne Il partigiano Johnny; Io ritroviamo ora, a guerra finita, quando l'esperienza di vita partigiana sopravvive solo nella memoria, come una stagio·ne libera e felice che invano cerca di prolungare nel tempo. Di qui le sue difficoltà a reinserirsi nella vita normale, ad accettare un'esistenza quotidiana Iì1.ediocre e senza eroismo; difficoltà che sorpassano il caso singolo per esprimere la crisi di un'intera generazione, alle prese co·n gli sco1 ttanti problemi posti dal dopoguerra. Ettore non si rassegfl:a a recidere i suoi legami con il passato, sente di non avere. nulla in comune con gli altri: « No, no, io non sarò mai uno dei vostri, qualunque cosa debba fare, 1nai dei vostri. Siamo trop,po diversi; le donne che amano me non ·possono amare voi e viceversa. Avrò un destino diverso dal vostro, non dico più bello o p.iù brutto, ma diverso». È proprio questa coscienza quasi -aristocratica di ap·partenere ad una razza a sé stante che im-pedisce ad Ettore di accettare il posto in fabbrica procur-atogli da suo padre, e lo induce ad .imb-occare la strada della mala98 BibliotecaG·inoBianco
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