Argomenti I bile negli schemi di piani urbanistici regionali elaborati dalle R•egioni a Statuto speciale, particolarmente dal Trentino-A1to Adige e dal FriuliVenezia Giulia. I Piani Territoriali di Coordinamento elaborati in precedenza avevano sempre avuto alla loro base una serie di analisi e di approcci -di natura esclusivamente territoriale e avevano tralasciato., se non per aspetti marginali, le connessioni con altre discipline. Par.ticolarmente trascurate erano state le (connessioni con le discipline di natura socio-economica, ridotte spesso ad elaborazioni di ap·po1 ggio· per quanto concerne le previsioni di sviluppo demografico. Ciò aveva co,ntribuito, per la quasi totalità dei casi, a far.e del Piano Territoriale di Coo·rdinamento un « disegno » avulso dalle reali co,ndizio·ni dello sviluppo regionale, che cioè non teneva conto di fattori quali l'occupazione, le emigrazioni, la motorizzazione, lo sviluppo dei vari settori di attività eco- • nom1ca, ecc. Gli studi condotti p,er giungere alle proposte di assetto territoriale p·er la regione lombarda hanno seguito una linea metodologica tutt'affatto differente, perfezionando le esperienze effettuate nei Piani Territoriali del Sud e di alcune Regioni a statuto· speciale. Come è noto, in seguito alla emanazio,ne di una circolare congiunta da parte dei Ministeri del Bilancio e dei Lavori Pubblici nel luglio del 1966, veniva demandata al Comitato Regionale per la Programmazione Economica, allora di recente istituzione, in collaborazione con il Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche, la elaborazione di proposte per la redazione del Piano Territoriale di Coordinamento,. Questo precedente costiituiva, già ·di per sé, un fatto· fortemente innovativo,, in q·uanto :implicava, nelle elaborazioni di tipo territoriale, un Comitato istituito con competenze di natura so·cio-economica e che aveva precedentemente proceduto alla elaborazione di un Pro·getto di Piano· di Sviluppo Economico Regionale. Si veniva, così, a disporre inizialmente di un documento contenente proposte per il futuro sviluppo eco·nomico della Regione, coprendo, in tal modo, una parte delle carenze che in precedenza erano state la causa della inadeguatezza dei Piani Territoriali di Coordinamento. In base ad un accordo tra CRPE e Provvedito,rato R·egio•nale alle Opere Pubbliche, veniva costit~ita una Commissione p·er la redazione delle ipotesi del Piano Territoriale di Coordinamento, co,mposta da esperti nelle più varie discipline. Lo schema di lavoro presentato agli organi promotori e da questi approvato ha previsto una prima fase di analisi su alcune principali esp·erienze straniere di pianifioazione regionale, nonché l'esame degli aspetti int~rregionali 1e delle influenze nazionali e internazionali. Da 95 .Bib ioteca Gino Bianco -
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