Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

Editoriale 1!,ellepieghe di ogni autocompiaciuto discorso di sinistra, e non s_o.ltanto di sinistra, sulla « nuova domanda politica che sale dal paese »: fino a che punto, cioè, questa « domanda » si esprime a sinistra e coincide con l'orienta1nento dei sin.dacati e di qiLei partiti che si rallegrano di essere diventati « cinghie di trasmissione » dei sindac~ti? fino a che punto la tensione che si ali1nenta da sinistra non rischia di provocare un contraccolpo a destra? fino a che punto non « sale » dal paese un brontolio che dev'essere percepito a tempo, prima che si rompano definitivamente ed irri1nediabilmente gli equilibri sui quali poggiano le istituzioni democratiche e repitbblicane? Abbiamo la sensazione che molti uomini di sinistra si illzidano qu,ando affermano che il paese si è spostato a sinistra; e dopotutto essi stessi sono più o meno istintivamente preoccupati dell'eventualità di dover sottoporre ad una verifica l'entità di tale spostamento, perché, se veramente f assero convinti che « la 11uova domanda politica che sale dal paese » può essere intesa nel senso che le attribuiscono i Donat Cattin ed i socialisti antinenniani, dovrebbero auspicare le elezioni politiche: ma è Piccoli, rlon Donat Cattin, che sembra auspicare la verifica elettorale degli orientamenti del paese. In effetti, coloro cl1e enfaticamente parlano di una « nuova domanda politica cl-ze sale dal paese » si sono domandati qual' è la domanda che circa il 60% degli elettori italiani rivolge ai segretari dei partiti di centro-sinistra in questo momento? È legittimo presumere che quasi tutti gli elettori che il 19 maggio 1968 hanno votato per i dem(!cristiani, per i socialisti, per i repubblicani si aitgitrano la ricomposizione di un quadro di stabilità politica, nella consapevolezza che le auspicate riforme presuppongono appunto una ragionevole unità d'intenti fra i partiti e nei partiti deZ. centro-sinistra e che comunqite le r,agioni per le quali essi hanno votato per il_centro-sinistra rischiano di essere del tutto disattese. Ora, se si tiene conto di questo tipo di « domanda politica » ( e di quelli che sono i presumibili stati d'animo della « maggioranza silenziosa», ai quali in democr 1azia non si può far violenza, se non si vogliono subirne le reazioni, ma si vogliono orientare tali reazio,ni nel senso giusto), si deve appunto tener conto delle eventitali ripercussioni, fra l'elettorato dei partiti di centro-sinistra, di una risposta negativa alla domanda di stabilità (politica e naturalmente economica e fi11anziaria). In altri termini, come potrebbe giustificarsi, davanti ai sitoi elettori del 19 maggio,· quel partito che, con le sue troppo rigide pregiudiziali, o con atteggiamenti di sfiducia nei confronti delle residue possibilità di ritrovare lo spirito originario del centro-sinistra, dovesse risultare resp·onsabile del fallimento dell'iniziativa in corso di forma re un governo stabile ed org.anico di centro-siriistra? 6 BibliotecaGino Bianco

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