Nord e Sud - anno XVII - n. 121 - gennaio 1970

I I Rivista mensile diretta da Francesco Compagna Augusto Graziani, Un decennio di attesa Sandro Petriccione, Mezzogiorno: fini e mezzi - Lucio Rosaia, I soldi delle Mutue - Antonio Ghirelli, Noi del '45 - John Pinder, L'Europa dopo il vertice e scritti di Francesco Compagna, Er1nanno Corsi, Antonio Duva, Felice Ippolito, Vincenzo Longi, Calogero Mt1scarà, Alberto Pascale, Roberto Sanseverino . • ANNO XVII · ì'~UOVA SERIE ~ GENNAIO 1970 N. 121 (182; . EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE NAPOLI , . Bi -.ioteca Gino Bianco

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- I NORD E SUD Rivista mensile diretta da Francesco Compagna ANNO XVII - GENNAIO 1970 - N. 121 (182) ' .. DIREZIONE E REDAZIONE: Via Carducci, 29 - 80121 Napoli - Telef. 393.347 Amministrazione, Distribuzione e Pubblicità : EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE :- S.p.A. Via Carducci., 29 - 80121 Napoli - Telefono 393-346 Una copia L. 400 - Est~ro L. 700 - Abbonamenti: Sostenitore L. 20.000 - Italia annuale· L. 4.000, semestrale L. 2.100 - Estero annuale L. 5.000, semestrale L. 2.700 - Fascicolo arretrato L. 800 - ·Annata arretrata L. 8.000 - Effettuare i versamenti sul C.C.P. 6.19585 Edizioni Scientifiche Italiane- Via Carducci 29, Napoli - Bibliot ca Gino Bianco •

SOMMARIO Editoriale [3] Augusto Graziani Un decennio di attesa [9] Sandro Petriccione Mezzogiorno: fini e mezzi [28] Antonio Duva Le sinistre DC tra l'unità e la coerenza [36] Francesco Co·mpagna Alberto Pascale Calogero Muscarà Ermanno Coirsi Giornale a più voci Industrie di punta e servizi nobili [ 44] Il Sud espiatorio [ 46] Longarone e la crisi della montagna [ 49] Caprara e il comunismo napoletano [55] Inchieste Lucio Rosaia I soldi delle Mutue [65] Argomenti , Felice Ippolito La crisi della ricerca nelle scienze geologiche [80] Vincenzo Longi È il momento del referendum? [87] Roberto Sanseverino Altre proposte per la Giustizia [92] Cronache e memorie Antonio Ghirelli Noi del '45 [101] Documenti John Pinder L'Europa dopo il vertice [113] BibliotecaGin·oBianco

. ·' Editoriale .: « La nuova domanda politica che sale dal paese »: questa frase è diventata di nioda negli ambienti di sinistra, piace a Donat Cattin e piace a De Martino. Ma quale sarebbe poi questa « nuova domanda politica che sale dal paese»? SecorLdo Donat Cattin e secondo De Martino essa si è tittta e pienamente espressa nelle recenti agitazioni sindacali, nelle richieste dei sindacati, e non soltanto in quelle relative a rivendicazioni di carattere settoriale, ma anche e soprattutto in quelle relative a problemi di carattere generale: tra le quali spicca ovviamente la richiesta di i,1,napolitica della casa. A proposito della politica della casa, l'on. Donat Cattin ha prop1 osto un Ministero ad hoc per coordinare tutte le competenze attualn1ente disperse tra vari Ministeri: è una proposta da prendere in consid·erazione e da verificare in alterriativa all'altra proposta che si potrebbe fare, di affidare al Ministero dei Lavori Pubblici il coordinamento delle competenze sue e di qitelle di altri Ministeri o enti vari. Ma per una politica della casa il problema dei problemi è quello dei suoli, e quindi della riforma urbanistica. Ora, a questo proposito, l'on. De Martino ha scritto che « abbianio dovuto avere uno sciopero nazionale di tu.tti i sindacati per scuotere la coscienza nazionale sitl problema della casa e forse aiutare qualcuno a comprendere che, senza affrontare la riforma urbanistica ed imporre una disciplina dei suoli che li sottragga alla speculazione privata, anche questo problema posto in modo drammatico rischiava di rimanere tale ». , Noi, per la verità, a leggere queste parole dell'on. De Martino, abbiamo ricordato con malinconia i tempi, i lunghi e non lontani tempi, durante i quali dovevamo difendere il Ministro socialista dei Lavori Pubblici dall'accusa che gli veniva lanciata da sinistra di aver insabbiato la riforma urbanistica: l'on Mancini, in realtà, non può essere considerato responsabile di questo insabbiamento, perché, quando Manci11i era Ministro dei Lavori Pubblici, erano venute a mancare le condizioni politiche per portare avanti questa riforma. È vero piuttosto che le condizioni politiche p·er una reimpostazione ed un rilancio della riforma urbanistica ci potrebbero essere oggi, non tanto perché i sindacati ha11no fatto uno · sciopero generale per la casa, ma soprattutto in quanto dai misfatti edilizi di Napoli e di Ro1na a quelli industriali e naturalmente anche edi3 Bibl"otecaGino Bianco

Editoriale lizi di Torino e di A1ilano è venuta a matitrazione nella coscienz~ della pubblica opinione la consapevo-lezza dell'esigenza di correggere lo squ.ilibrio che, per la rarefazione delle aree, si va accen.tuando fra costo crescente delle abitazioni, in rapporto al costo crescente delle aree, e capacità di reddito· dei cittadini ed in particolare cJ,elleclassi lavoratrici; e in pari te1npo la con.sapevolezza dell'esigenza di 1,rzettere ordine nei f enomerii di espansione delle città « che scoppian,o ». Non è senza significato, infatti, che il « Corriere della Sera » esprima il sito consenso- perfino a Donat Cattin quando questi afferma che sono 11ecessarie « leggi ordinarie che dovranno riguardare le aree edificabili ed i modi con i qitali renderle disponibili a prezzi bassi »; ed è altrettanto significativo che il problema delle « città che scoppiano » abbia avuto una particolare evidenza nell'intervista natalizia del Presidente del Consiglio a « La Stampa ». Ci sono qiLindi oggi le condizioni politiche e di opinio11e pubblica per intervenire sill piano della legislazione u.rbai1istica più incisiva1nente di quanto non sia stato possibile non solo al te111poin citi una reazione assurda e violenta investì la riforma proposta da Sitllo, ma anche nel periodo successivo, quando Mancini, dovendo tener co11to dell.a reazione che aveva disarcionato il suo predecessore, dovette accoritentarsi di va.- rare la legge-po11te ed esporsi alle ingiustificate accuse di chi gli attribuiva il disegno opportunistico di voler insabbiare la riforma urbanistica. Ma se è vero che .Mancini non è responsabile di insabbiamenti come Ministro dei Lavori Pubblici, è anche vero clze potrebbe diventare, con gli altri socialisti, il responsabile di un.'occasione perduta: nel senso che il rinvio della form.azione di itn governo organico di centro-sinistra ad un tempo in cui tale formazione potrebbe risultare anche più diffi- , cile di quanto già non lo sia oggi significa pure il rinvio del varo di una riforma urbanistica. E infatti, la riforma urbanistica non potrebbe non rientrare oggi fra i punti progra1nmatici a carattere prioritario di un governo organico di centro-sinistra; ma è difficile che possa essere varata da un monocolore di buon,a volontà e di « parcheggio », che si trova tra la Scilli del regin1e assembleare e la Cariddi dello scioglimen.to anticipato delle Camere. · Dunque, se « la nitova domanda politica che sale dal paese » consiste nella domanda di risolvere problemi come quello cui ora abbiamo· dedicato qitalche considerazione retrospettiva ed in prospettiva, per andare incontro a questa domanda e formu.lare una risposta eh.e non sia elusiva, o non sia denzagogica, sarebbe necessario hic et nunc un governo stabile, il governo organico di centro-sinistra; e tale governo - nel quadro di tlna rianimata strategia. delle riforme, f ace rido leva appunto 4 BibliotecaGino Bianco ·

·' t· Editoriale .. · . su un'interpret.azione politica, e non sentimentale, astrattamente ideologica ed emotiva, della « nuova don1anda che sàle dal paese » - non dovrebbe commettere terrore c01nmesso da precedenti governi di centrosinistra: l'errore di non collocare le riforme in una visione globale delle interdipendenze fra i problemi che si vogliono risolvere, onde ne risulti, sulla base di un inventario delle soluzioni possibili e delle risorse dispo11ibili, quali problerni possono e devono essere risolti prima, e subito, e come le riforme non possano e non debb,ano essere giustapposte, sovrap- . poste· o contrapposte a seconda delle pressioni e sollecitazioni contin.- genti e senza tener conto di quella coerenza di scelte senza la quale le politiche riformiste sono fatalmente destinate a fallire. Ma per« nuova donianda politica che sale dal paese», c'è chi intende anche e magari soprattutto il co,acervo delle rivendicazioni sposate dalle organizzazioni sindacali, anche quelle della Dirstat, o quelle degli operai dell'ENEL, o quelle degli autoferrotramvieri; e comunque sposa a sun. volta tali rivendicazi011i, senza tener conto delle condizioni in cui versa un « settore pubblico» che è sottoposto all'assalto da tutti i lati, onde si dilata ancora la « spesa corrente ». Si parla tanto di fallimento della programmazione e molti uomini di sinistra tendono d'istinto a rovesciarne la colpa sui « 1noderati » che avrebbero cercato di addomesticare il centro-sinistra: ma quali sono le responsabilità degli stessi uo- . mini di sinistra, di fronte al fatto che il settore pubblico, mentre avrebbe dovuto, nel quinquennio del primo programma di sviluppo, produrre risparmio per 4680 miliardi, ha prodotto, dopo quattro anni, già 740 miliardi di debiti? e di fronte al fatto che molti di essi sono stati corrivi ad a1idare incontro 1 a rivendicazioni di categorie che sono già privilegiate (per stabilità d'impiego, orario di lavoro, livello di retribuzione e . trattamento previdenziale) nei confronti e a danno di altre categorie, tra l'altro1 più produttive (che sono esposte, i11 caso di deterioramento della situazione econo1nica, al pericolo della dis.occupazione o di una minore retribuzione)? Si vuol dire, quindi, che, nell'ambito della « nuova domanda politica che sale dal paese», gli uomini di sinistra devono çostruire risposte articolate, devono selezionare fra le rivendicazioni sposate dai sindacati, devono condizionare i sindacalisti e non farsi condizionare da essi, dalla loro mentalità politicàmente semplicistica, dai loro punti di vista settoriali, dalla loro irresponsabilità nei confronti · delle grandi. scelte e delle decisioni che investotio l'avvenire di tutti i cittadini, e naturalmente gli interessi delle classi la11oratrici a medio ed a lungo termine, e non • soltanto a brevissimo termine. C'è, tuttavia, una pericolosa illusione che potrebbe nascondersi 5 0 ... . \ Bi.b1ioteca Gino Bianco . ... ...

Editoriale 1!,ellepieghe di ogni autocompiaciuto discorso di sinistra, e non s_o.ltanto di sinistra, sulla « nuova domanda politica che sale dal paese »: fino a che punto, cioè, questa « domanda » si esprime a sinistra e coincide con l'orienta1nento dei sin.dacati e di qiLei partiti che si rallegrano di essere diventati « cinghie di trasmissione » dei sindac~ti? fino a che punto la tensione che si ali1nenta da sinistra non rischia di provocare un contraccolpo a destra? fino a che punto non « sale » dal paese un brontolio che dev'essere percepito a tempo, prima che si rompano definitivamente ed irri1nediabilmente gli equilibri sui quali poggiano le istituzioni democratiche e repitbblicane? Abbiamo la sensazione che molti uomini di sinistra si illzidano qu,ando affermano che il paese si è spostato a sinistra; e dopotutto essi stessi sono più o meno istintivamente preoccupati dell'eventualità di dover sottoporre ad una verifica l'entità di tale spostamento, perché, se veramente f assero convinti che « la 11uova domanda politica che sale dal paese » può essere intesa nel senso che le attribuiscono i Donat Cattin ed i socialisti antinenniani, dovrebbero auspicare le elezioni politiche: ma è Piccoli, rlon Donat Cattin, che sembra auspicare la verifica elettorale degli orientamenti del paese. In effetti, coloro cl1e enfaticamente parlano di una « nuova domanda politica cl-ze sale dal paese » si sono domandati qual' è la domanda che circa il 60% degli elettori italiani rivolge ai segretari dei partiti di centro-sinistra in questo momento? È legittimo presumere che quasi tutti gli elettori che il 19 maggio 1968 hanno votato per i dem(!cristiani, per i socialisti, per i repubblicani si aitgitrano la ricomposizione di un quadro di stabilità politica, nella consapevolezza che le auspicate riforme presuppongono appunto una ragionevole unità d'intenti fra i partiti e nei partiti deZ. centro-sinistra e che comunqite le r,agioni per le quali essi hanno votato per il_centro-sinistra rischiano di essere del tutto disattese. Ora, se si tiene conto di questo tipo di « domanda politica » ( e di quelli che sono i presumibili stati d'animo della « maggioranza silenziosa», ai quali in democr 1azia non si può far violenza, se non si vogliono subirne le reazioni, ma si vogliono orientare tali reazio,ni nel senso giusto), si deve appunto tener conto delle eventitali ripercussioni, fra l'elettorato dei partiti di centro-sinistra, di una risposta negativa alla domanda di stabilità (politica e naturalmente economica e fi11anziaria). In altri termini, come potrebbe giustificarsi, davanti ai sitoi elettori del 19 maggio,· quel partito che, con le sue troppo rigide pregiudiziali, o con atteggiamenti di sfiducia nei confronti delle residue possibilità di ritrovare lo spirito originario del centro-sinistra, dovesse risultare resp·onsabile del fallimento dell'iniziativa in corso di forma re un governo stabile ed org.anico di centro-siriistra? 6 BibliotecaGino Bianco

·' Editoriale , C'è chi si preoccupa che un tale governo possa risultare non sufficientemente avanzato; e magari, come suol dirsi, « arretrato ». Condividiamo questa preocc1,pazione, .. a proposito della quale, tuttavia, resta aperto il discorso sul riesame e sul rilancio della strategia delle riforme. Quando l'on. Granelli afferma che non si tratta di « ricostruire in modo artificioso ttna coalizione immobilistica, ispirata ad una concezione autoritaria dell'ordine pubblico», noi concordiamo con la sita affermazione, alla quale giustapponiamo quella relativa alla necessità di evitare che· il disordine pubblico abbia a dilagare in modo tale da provocare nel paese una reazione del tipo « law and order »; ed a nostra volta, come sente e pensa l'on. Granelli, affermia1no che si tratta di ricostruire in modo serio e responsabile le basi di itna politica di sinistra, coerentemente · riformatrice, confortata dalla fiditcia del paese e caratterizzata dall'impegno di affrontare, in un quadro di ritrovata stabilità politica e di severa selezione delle spese possibili e necessarie, i problemi che incalzano e che sono condizionanti ai fini dello sviluppo economico e civile: come la piena occupazione, lo svilitppo del Mezzogiorno, la casa, la scuola, i servizi, le infrastrutture. Si deve rimettere ordine nella programmazione, si deve portare avanti la riforma tributaria, si deve purgare dagli inquinamenti corporativistici la riforma universitaria, si deve· riproporre la riforma urbanistica in 1nodo tale che eff ettivame:nte ogni proprietario di suoli diventi indifferente alla destinazione di questi suoli, si devono far le Regioni in modo che ne risulti uno snellimento e no·n un appesantimento, con duplicazioni di costi e di burocrazie, delle strutture amministrative: è necessario verificare se su tutte queste cose è realizzabile un accordo nel quale possano riconoscersi Tanassi e Giolitti, Picco1li e Granelli; e quando tale accordo sulle cose risultasse realizzabile e soprattutto risultasse tale da essere sorretto da una comune volontà politica, il problema della delimitazione della maggioranza sarebbe risolto di fatto nell'autonomia e nel definito orientamento programmatico della niaggioranza. Si ritiene che un accordo del genere non sia più r.ealizzabile? l « vertici » prenatalizi e postnatalizi fra i segretari dei partiti déll' area di centro-sinistra stanno cercando e forse tro1,ando una risposta, un modo di realizzare ciò che ai pessimisti può sembrare non più realizzabile. Certo, le passioni, i sentimenti, i risentimenti, gli interessi, i pregiudizi anche, sono quelli che sono; ma la statura degli uomini politici si misl:l,ra dalla loro capacità di dominare le passioni, i sentimenti, i risentimenti, gli interessi, i pregiudizi; dalla loro capacità di realizzare il possibile, anche . fino ai limiti dell'impossibile, ma di non perder_si oltre questi limiti. Gli uomini che rappresentano nelle sue varie articolazioni la sinistra de- , 7 - ,... , ·iblioteca Gino Bianco •

Editoriale mocratica nel nostro paese devono saper dunque interpretare correttamente quella che essi chiamano la « nuova domanda politica clie sale dal paese »: un'interpretazione forzata potrebbe condurre a d·estra, non a sinistra: è questo che noi ten1iamo ed è questo che ci differenzia dall'euforia cui sembra si siano inca~tamente qbb~ndona-ti taluni esponenti delle sinistre democristiarte e del partito socialista, con i quali pure condividiamo, o speriamo di condividere, una certa ispirazione eiicopolitica ed una certa aspirazione di progresso civile. 8 I BibliotecaGin0 Bianco .

, Un decennio di attesa I di Augusto Graziani· .. · S,e il ,decennio degli anni cinquanta è pa,ssato alla storia con la medaglia al valore del n1iracolo economico, il de·cennio degli anni sessanta, che si è 01 r ora concluso, meriterà voti assai men:o brillanti. In.iziato· nel pieno vigore dell'espansione, ha visto il brusco arrest9 dello sviluppo con la crisi del 1963, e si è trascinato fino al suo termine fra le .pieghe di una ripresa stentata, sempre sul punto di pren,dere !'.avvio, sempre mina·cciata •da p·ericoli di rica-dute. Anche nel •oorso del 1969, -quando alcuni sintomi di concreta ripresa nel volume della produzione e nel livello de·gli investimenti si so·no finalmente manifestati, nuovi eventi esterni hanno a-ncora una volta co,mprom,esso l'equilibrio ,dei conti con l'estero, inducendo le autorità monetarie a stringere nuovamente i freni. Lo, sp-ettro -di una nuo,va ,dep,ressione è così ricomparso, .a sugg-ellare il malinconico dece·nnio·; con l'aggravante questa volta, che la dep,riessio,n•e non cade i,n un momento di pieno vigore dell'economia, ma al termine di una lotta sindacale particolarmente tesa e contrastata. Consegu,enza inevitabile di queste circostanze è che il bilancio del decennio, in termini quantitativi, si presenta piuttosto m•agro. È vero •che il tasso di accrescimento del reddito nazionale è stato mantenuto al livello del 5-6% in termini reali, che lo svilup·po dei settori po•rtanti dell'in·du1stria è p,roseguito ininte:rrotto, che l'industria auto,mobilis.tica e l'in,du.stria chimica hanno realizzato prestigiosi ·accordi internazionali, che la rete autostradale· si avvia a collegare l'intero· territorio nazionale. Ma è anche vero che, ad un'analisi più attenta, il decennio rivela non poche deb,olezze. Il volume -degli investimenti, che negli anni d.el mira-colo (fra il 1951 e il 1959) era raddoppiato in termini reali, fra il 1961 e il 1969 è aumentato appena del 30-40%. In particolare, gli inv-estimenti in,dustriali, che fra il 1951 e il 1959 era cresciuti .al tasso ann.uo del 6-7%, fra il 1961 ,e il 1969 hanno registrato una ,dinamica infe~ riore· al 2% annuo·. Il grande sforzo de·gli anni ·d·elmiracolo, co,nsistito· nel po·rtare il tasso di accumulazione dal 15% al 22-23% .del · reddito, nazionale, non si è ripetuto ,negli a·nni sessanta, e i_l tasso · di accumulazione è caduto 1 nuovame·nte al diso,tto del 20·%. I pro9 .... ,,. Bibroteca Gi o Bianco

Augusto Graziani blemi ereditati .dagli an,ni preoedenti no:n so·no stati risolti d~ll'~ltimo decennio·. Il divario fra regio:ni s~ttentrionali e re·gio·ni meridionali non è diminuito; anzi, esso si p1 re·senta forse a-ccresciuto, dal mo,mento· che, stando alle 1sta.tistich·e ufficiali, il reddito p-er abitante nel Mezzogiorno, che nel 1951 era .p·ari circa al 70% -del red.dito medio italiano, nel 1968 raggiungeva appena il 63% della m,edia nazionale. Egualmente non risolto .appare il problema ,dei consumi pubblici: scuole e ospedali ver.sano in con.dizioni non molto migliori di quelle di allo1 ra, e per di pii1, nei grandi centri urbani, l'ad,densarsi della popo,lazio·n1 e, oltre all'aggravarsi ,delle a·ntiche carenze, ne ha prodotte di nuove altrettanto gravi nel setto•re delle abitazio,ni e dei servizi p·ubblici. Se per molti asp·etti, il dece·nnio degli anni sessanta ha segnato profo,ndi rivolgimenti nella vita politica. e sociale del pa•ese, so1tto1 il profilo strettamente economico esso resta un decennio -di pausa. Se ci chiediam.o il perché ,di questa situazione, sembra difficile sfuggire alla con,clu-sio·ne che molti sviluppi risalgono alla ·criisi del 1963. Non è adesso· il caso di riprendere le discussioni sulle ra·gioni cl1.e,a quell'•epoca, i,n,d,ussero le autorità a seguire una line·a restrittiva. Ot1ello1 che si può ·e :si deve rico,rdare è cl1e furono allo·ra circostanze di b·reve periodo, e precisamente il disavanzo .della bilancia dei pagamenti, ·che indussero le autorità a.cl adottare i pro:vvedimenti restrittivi che arrestarono lo svilup•po del paese. La •de,cisione di far prevale 1 re co,nsiderazioni .di b1 reve periodo sulle motivazioni di più lungo respiro ha gravato •p•esantem-ente sull'e,co1 no,mia del paese per l'i,ntero decennio•. Fin dal 1965 scrivevamo: « Se l'obiettivo. delle nostre autorità era un puro, obiettivo di cara~tere mo·netario, esso è stato perseguito fru.ttuosament,e; ma se, come spesso, si o,de, l'o·biettivo primo è quello dello svilup,po, qualche riserva appare giustificata .... La vera .alternativa dinanzi a ,cui ci tro1 viamo non è fra due politiche della co:ngiuntura; ma fra una po,liti,ca di fondo che· ·assicuri la ,continuazione dello sviluppo, .e una politica di ,congiuntura pLlra e semplice ,che faccia da onorevole coniclusione al miracolo e•conomi,co » (Politica della congiuntura e politica di sviluppo, «Nord e S,ud », feb-braio 1965). Purtrop,p,o, fra 1e ,due aliternative, è ,stata la second.a a prevalere; la politica d,ella co·ngiuntura ha avuto il so-· pravvento sulla politica di sviluppo -e an,cora oggi l'economia del paese no·n riesce a funzionare ·a re·gime pieno. Il decennio degli anni •settanta non può e non deve ripetere questa .esperienzia. Se si vuole gov,ernare la vita e,co-nomica con orite1 ri più mo,derni •e con .armi -più ag,giornate, e se si vo-gliono evi10 Biblioteca Gino Bianco·

. ·' .. Un decennio di attesa I ; .ta.re situazioni simili a qu~lle del 1963,~ occo=rre effettuare ·una trasformazione p·rofon,da nella politica econo·mica ·del p,aese. L'essenza di questa trasfo,rmazione ,deve consistere nel tentativo di rico1 nciliare la pqlitica di lungo period•o· con quella di breve periodo. Q·ualche mossa in questa dir~zione è stata fatta; lo abbiamo· segnalato mesi 01 r sono su qu,esta rivista, p,arlando di Revisionismo per l'economia (« Nord e Sud», agosto 19'69). Si è trattato· finora di un revi·sio1 nismo margin.ale; modifiche assai più p•rofonde dovranno · intervenire. Cercheremo di p·recisarne la natura e la p·ortata. · .. Gli obiettivi della politica congiunturale. Per ·antica tradizione, la po-litica di controllo a breve termine ha avuto di mira due obiettivi p1reminenti: controllare il livello -della do·manda globale (in modo da evitare crisi -di inflazione o di disoccup·azio 1 ne) e controllare il livell10 dei ,conti con l'estero. Livello ;dei p·rezzi, disoocupazione, saldo della bilancia dei pagamenti, so·no state le gra-ndezze cruciali -che o·gni politica ,della congiuntura ha semp,re tenuto· d'occhio. Se si vuole effettuare u·na riconciliazione fra politica congiunturale ,e politica dello .sviluppo, occoiire aggiungere a questi due un terzo ,obiettivo, quello di salvaguardare an·che nell,e fasi di dep·ression1e, un livello minimo di investimenti. Poi.ché gli investimenti ·rappresentano la chiave per l'1aumento, della produttività, sono il vei,colo di introduzione ,del progresso teonico, e -costituiscono lo strum,ento principe per risolvere i p1 roblemi strutturali de1 paes.e, salvaguardare il livello degli investimenti significa che anche nelle fasi di depressione gli obiettivi di lungo periodo del paese non ' de.vono essere dimenticati. · L'aggiunta ,del terzo obiettivo, ai due tradizionali della stabilità dei p1 rezzi e .dell'equilibrio della bilancia dei pagam?nti, rappre·- senta un'evoluzione sostanziale della po.litica economica ,del paese. Per qu,esta evoluzione i tempi sono ormai ma1turi, e si è già formata una oonvergenza di opinioni sia da p·arte ·delle autorità· di gov-erno che da -parte ,degli esperti. Basterà ricor,d·a•re due _documenti particolarmente significativi. Il primo è l'orm·ai f,amoso « Progetto 80», che dopo essere stato accantonato per alcuni mesi, è tom-ato in ono1 re .e, in virtù di una -delibera del CIPE •d 1el -di,cembre scorrso, sarà utilizzato ,come punto di rifierimento p,er l'.el,abo,razio-ne del prossimo piano quinquennale. 11 « Progetto 80 » si esp·rime su questo pro·blema con grande chiarezza: « Il Go,verno dovreb,be impe- . gnarsi a1d assicur,are un livello minim,ol ,di investimenti fissi. Qualora eventi imp•rievedibili dovessero co;nsigliare un contenimento . , 11 --;:, r - ' ~ ,. ,, Bibliot ca Gino Bianco . . \ ,. ..... I :

Augusto Graziani della domar1da al di sotto· del livello inizialmente fissa_to·, ciò dovrebbe avvenire a 1 Sp-ese delle altre -vo.ci della ,domanda, e senza _compromettere nella misura del po,s:sibile, il livello -di investimenti desiderato » (n. 46). Il medesimo ·00 1 ncetto·, espresso con parole quasi identiche, si ritrova nel Rapporto sui problemi di politica economica a breve ter111ine, predispo 1sto1 1 da un grup·po di ·esp,e·rti (del quale facevano parte L. Izzo, A. Pedone, L. Spaventa e F. Volpi) per in·ca.rico dell'I 1 stituto Nazionale per lo Studio -della Con.giuntura, che a sua volta ne aveva ricevuto commissione dal Ministero del Bilancio. Si legge infatti in tale rapp-orto,: « È essenziale, in un program1na -di ,politica econon1ica a breve ,termine, fissare un obiettivo di investimenti fissi (al netto possibilmente degli investimenti in abitazioni) ...; ·conviene riferirsi a-d un livello ,desiderato, piuttosto che ad una quota desiderata di investimenti, per rendere manifesto l'imp 1 egno -delle auto:rità a non procedere, in caso di necessità, ad un controllo. indiscriminato -della domanda globa1e » (n. 45). L'esigenza di un allargamento nella gamma d1egli obiettivi sembra quin,di largamente con,divisa. Spetta ora agli ·esperti di suggerire un modo, ,che consenta tecnicamente -di effettuare ·questa saldatura f,ra po-litica della oongiuntu,ra -e p•olitica di svilup,po. Il momento attuale sembra ·particola·rmente proJicuo per rip,ren,dere ·questa discussione, s-e si tiene conto del fatto che prop-rio su questi temi si _ sta svolgendo un dibattito politico assai ampio, che lo stesso Governato·re ,della Banca -d'Italia ha rite·nuto· O·p•portuno intratte11e1rsisu questi problemi nel corso di 11n'intervista -concessa ,ad un rotocalco ai primi dello scorso -dicembre, e che infine numerose inteirrogazioni sono sta.te presentate al Governo da più p,arti, pe·r cui di questo prioblema ,dovrà o,ccupar.si il Parlamento. Gli asp·etti fon'Clarr1entali della questione vengo,no co1 lti co-n maggio,re chia,rezz·a ·se ·cominciamo -col ,conside·rare il problema dell'equilibrio interno ,d,ell'econojmia, prescin,dendo per un istante dal pro,blema dei conti -con l'esterio,. Il termine di equilibrio interno può semb·rare 1di gergo, ma il ,5ignific-ato è chiaro: affinché l' economia si trovi in una po1sizione di equilibrio, è necessa 1rio che la dom1and·aglobale sia •abb·astanza elevata per assicurare un -livello adeguato di occu•p·azione, ma· norn ta11to alta -da superare la capacità di produzione -egenerare una pressio·ne inflazio,nistica. È -chiaro quindi che l'obiettivo dell'equilibrio interno viene perseguito controllando la do1manda glob,ale; ,e poiché la domanda globale si co-mpone di consumi, investimenti, sp-esa p,ubblica, e·d esportazioni, 01 ccor~e che una di queste co·mp,onenti ricada. nella sfera di co·ntrollo •delle· auto12 Biblioteca Gino Bianco .

Un decennio di attesa rità economiche. Se gli intenti delle autorità si limitano ad ·assicurare l'equilibrio interno, se cioè ci si limita ad una vision 1 e tradizionale dei problemi di breve periodo, non ha gra111de rilevanza quale ,dei quattro ,elementi della doman•d·a venga fatto o,ggetto di manovra. S·e viceversa, come si diceva p,oc'anzi, si vuole passare da un'impostazione tradizio,nale ad un'impo,stazione più mo,derna della ,politica di breve periodo, e si vuole intro 1durre come o·biettivo ulteriore la salv,aguardia degli investimenti, la situazione cambia e si profila la necessità ,di •controllare almeno due elementi della doman·da glob·ale: in p1 rimo luogo, gli investimenti, la cui funzione è -di salvagu,ardare gli obiettivi di lungo periodo·; in secondo( luogo, uno d~gli altri elementi (consun1i, spesa pubblica, esportazio·ni nette) al fine di ,assicurare l'equilibrio i11terno dell' eco,nomia. La diversa funzione -di questi control 1 li è chiara. Il ·controllo d,egli investimenti deve assicurare cl1e la formazione di capitale proce·da effettivamente al ritmo •considerato necessario p·er la soluzio,ne dei problemi ·strutturali; il controllo della dom•a,nda glo1 bale deve assicurare che vi sia 11na formazione ,di risparmi tale da bilanciare il flusso ·di i·nvestin1enti. S,e la politica della congiuntura viene impostata in questi termini, il con,trollo deve essere effettuato distintamente sulla formazione· dei risparmi e sulla at_tuazi&~egli in- ~t-im0nti. - . Quali sono gli strumenti di una politi.ca simile? Controllo della liquidità e controllo della spesa pubblica. Seco·ndo un'impostazione tradizionale, il livello 1 degli investimenti privati potreb,be essere controllato manovrando la disponibilità di mezzi di pagamento. 11 controllo della liq,uidità rappresenterebbe quindi lo strumento· fondamentale p·er realizzare qualsiasi obiettivo di investimenti. Pu·rtrop·po, il m,eccanismo che presiede alle decisioni di investimento è ancora largamente ignorato, per cui non solo sareb,be ingenuo rit,enere ,che il 1 contro,llo .della li1 quidità ,possa rapp·resentare u·no strumento efficaoe in tutti i casi, ma si deve an,che rico,nosce-re ch1 e l'individuazione ,di .strumenti alternativi è qua•nto mai difficile. ·L'asp•etto fondamentale di questo problema sta 11el fatto ch·e, a quantoj sembra, gli investimentf reagiscono in maniera asimmetrica ai provvedimenti espansivi e ai prov·vedimenti r1 estrittivi. Se si tratta •di ridurre la domanda di investimenti, anche una sem.plice stretta •Creditiziia sarà immediatiamente eflica1ce, me,ntre se· s,i tratta di sollecitare un'a espansione degli investimenti, nessuno· dei n•umerosi p'rovvedimenti ,che sono stati suggeriti (espansione della liqui13 ,,. , Biblioteca Giho Bianco

Augusto Graziani dità, blocco dei sala1ri, agevolazioni fiscali, riduzione degli• 01 neri sociali) semb,ra veramente ,efficace. . L'unico punto ,che sembra p,rovato è che gli investimenti reagi- / scono favorevolmente a un'espansione della domanda globale. Ma l poiché il livello della -doman·da globale dip1 en,de à sua volta largamente, anche se no1 n esolusivamente, d,al v-olume degli investimenti stessi, il 1contro 1 llo indiretto •d,egli inv,estimenti finisce con l'essere , impossibile. Si deve quindi conclu,dere che l'unica forma di •con- , trollo degli investimenti è quella del controllo diretto; solo nella misura in cui le autorità eco·nomiche so-no in ,grado di promuovere direttamente l'esecuzione .di ,programmi di investimento, utilizzan,do l'arma della spesa pubblica o influendo sulle decisioni d-e1leimprese a partecipazione statale, è possibile realizzare il livel'1o desiderato di investimenti e mantenerlo nel 1corso -d,el temp 10. Per quel ,che riguarda l'o,biettivo degli investimenti il co·ntrollo di,retto degli inv,estimenti pubblici .deve quindi considerarsi indispensabile. Ve·niamo a·desso a1'l'altro a1spetto del problema, e cio·è all'offerta di risp·armio. Secondo le correnti -di pensie,ro ·più accreditate, la formazione -di risparmio dipende dal livello del reddito e dalla distribuzione del reddito fra salari e profitti. Nessuna di queste formulazio·ni fornisce indicazio 1 ni fruttuose p-er una politica di ·controllo. Il legame· fra v.o,lum,e-dei risparmi •e-livello del reddito, sembra assodato; ma, ·come si è .detto, se si vuole mo1dernizzare la politica economica, si deve fare uno sforzo proprio per ridL1rre la ,dipendenza fra risparmi e reddito, in modo che ancl1e nei casi in cui l1 a domanda glob1 ale deve essere contenuta per evitare p-ressioni inflazio,nistiche, ciò no•n compo,rti necessariamente una ,caduta dei risparmi •e ,degli investimenti. A questo 1 s1copo, occorre trovare un J modo p-er controllave il volume dei risparmi non più att1~averso il r l~vello ~e1 reddito· ma attraverso il 1 co·ntrollo della p•ro,pensio,ne al r1sipa,rm10. Quan.do ·abbiamo discusso ·del co·ntro1lo degli investimenti, abbiamo trovato necessario abbando·nare le fo·rmulazioni tra·dizion·ali; al co,ntrario, venendo· al problema del controllo .dei risparmi, semb-ra 01 p·po1 rtuno riportare in ono,re una teoria 1che sembrava ormai · passata -definitivamente allia storia, e precisamente la tèoria -de·lla· connessione tra flusso di risparmio e liquidità. Q,uesta rìesru.fuazione avvie·n.e p,erò in termini •a'lquanto diversi ,da quelli· originari. Seco,n~o 1a ·teo,ria t,radizionale, ,domanda ,di co·n.sumi e offert,a -di risparmio sono finanziate esclusivamente dal re·ddito co,rrente dei co·nsumatori, m,entre l,a ,distribuzione del reddito corrente fra con14 Bi lioteca Gino Bianco·

... Un decennio di attesa ·sumi e risp·armi 1dipende dal tasso dell'interesse, in quanto il tasiso dell'inter,esse •determina ,J,a•rip,artizione più conveniente d.el reddito fra copertura dei bisogni p.resenti e soddisfazione ·dei bisogni futuri. , Posta in questi termilili, la teoria tradizionale non sembra particolarmente meritevole ,di essere riportata in vita. L'interdipendenza fra liqui:dità e doman1d.a ,di consumi può tuttavia essere riaffermata anch·e p,er a\tra via. Nel mondo di o·ggi, l'id.ea che la ·domanda di consumi debjba essere finanziata esclusivamente dal reddito corrente non è. p1iù strettamente corretta. Numerose forme di credito al consumo so·no ormai entrate nell'uso •corrente e hanno raggiunto una diffusione ta1 le 1dacostituire un elemento, integrante della struttura econorp.ica moderna; le vendite rateali ne :r.appresentano l'esempio più macro.scopico. Al giorno d'oggi, la dom•anda ,corrente· di beni di co,nsumo è fin.anziata non solo ,dal reddito co.rrente ma an·che, e in misura sensibile, dalla creazione di mezzi di pagamento ad opera del sistema ,cr.editizio. Se si somm.ano tutti i beni che possono .es.sere acquistati m,edi•ante pagamento rateale (,autovetture, elettro:do 1 mestici, mobilio, e simili) 1Si vedrà ,che anche nel nostro ,paese, dove purie le forme di credito ·al consumo sono assai meno sviluppate che a,ltrove, qu.asi il 10% della domanda di •consumi privati può essere considerata ,come sottratta al vi1ncolo,del reddito corrente e soggetta invece alla di.sponibi 1 lità di risorse liquide create dal sistema creditizio. Nel mondo moderno, è prob.abile che il controllo della liquidità eserciti un effetto assai più_·rapido ed-efficace-siill,a domanoa' di coµsuini 1 ch·e non .sulJa ,domanda di investimenti. Queste cònsiderazioìì1 aoqu1s ,o rilievo tanto maggio1re, se si tengono presenti anco,ra ,due 1 ciricostanze. In p·rimo luogo, i capitoli ,di spesa che so·no soggetti all'influsso della liquidità sono quelli relativi a bisogni meno immediati; ciò significa che una eventuale stretta creditizia limiterebbe i ,consumi di lusso, senza inc1 ere .._................. ente sui consumi di .prima necessità. Inoltre, elemento questo di rilevanza a·ncora maggiore, il controllo ,dei consumi attraverso il •credito risulta presumibilmente efficace in ambedue le direzioni; come 1.µ1a stretta orie,ditizia produce ·una caduta della domanda di consumi,· in moido .del tutto simmetrico ·è presumibile ,che un allargame·nto della circolazione pro1duoa una ripresa del1a 1doman,da. Sotto questo profilo, il controllo dei consumi possiede requisiti di flessibilità che m•an-cano al •controllo •degli investim·enti. . Si delineano in tal modo le linee ,di intervento di perio,do breve che sembrano atte a tener conto ·delle esigenze di una politica · 15 - ,.. " B'iblioteèa Gino Bianco I

Augusto Graziani economica mo,dema. D·a un lato,Ja pollitica ~monetarLa -de.v,ee. ,ssere utilizzata per il controllo· dei •consumi, in mo·do da assicurare in ogni istante !'•equilibrio fra risparmi e investimenti ed evitare il , peri,colo di inflazio,ni .dal lato -della ,domanda. D'altro! canto, la : ,pesa pubblica ,deve ,essere utilizzata per :ma,nten·ere gli investi1• 1nenti •pro,auttivi a'l livello desiderato· anch-e nelle fasi in cui si pre- ~ e11ta la necesistà ·di -attuare una po,litioa monetaria restrittiva che, attraverso una riduzione d1ella propensione al .co,nsumo·, p•rovo,ca.un 1 contenimento della domanda globale. In tal modo, i due obiettivi della stabilità e dell':accumulazione de.I capitale posso,no, essere preservati. Interventi di tipo tradizionale, volti a coml?~tt~~~, l'inflazione attraverso· ila riduzion•e degli invesitirnenJi, p·resentano il .du- ----- -· - ----------- ------ ------ - -~ plic·e inco·nveniente di non rispettare gli obiettivi -di lungo :perio,do e ,di .es.se·re politiche unidirezionali, in quanto, mentre riescono a ridur,re agevolmente la doma11da glob·ale, no,n riescono a stimo,larla con altrettanto successo, con il risultato· che le fasi di depressione si trascinano per tempi assai più lunghi di quel che sare·bbe· n.ecessario1. Gli eventi recenti .d,eLlalunga .dep·ressione iniziata.si nel 1964 ne •costituiscono u,na prova eloque11te. Il problema dell'equilibrio estern,o. Fin-o a questo momento abbiamo trattato es,clu,sivamente il ·p·ro-blema dell',equilib,rio interno,. senza to,ccare le questio·ni relative ai conti .con I'estero 1. In realtà, nelila maggior p·arte -dei •casi, problemi ,di inflazione interna e p·roblemi di sbilancio· nei conti co·n l'·e·stero si intrecciano inestricabilmente. L'integrazio-ne progressiva dell'eco:nomia mondiale ha accresciuto· smisu 1 ratamente gli scam.bi di m.erci;, più di recente, l'integrazio,ne si è andata estendendo ai mo1 vime·n1ti di ·capitali, p-er cui al giorno -d'oggi non 1di rado accad,e che le· bi.lance •dei pagame·nti siano messe in pericolo non più -d,a1llos·quilibrio fra importazioni e esportazioni, ma da rep:entini fl·us.si finanziari, di natura ·per lo più speculativa. La situazion•e della bilan-cia dei pagamenti italiana nel momento· ·attuale offre un esempio 1 tipi 1 co· di que·ste situazioni. Nei primi nove mesi idel 1969, le p·artite itI1vi.sibili (noli, turismo, rimesse di emigrati) hanno procurato un. saldo attivo di .o,ltre 1.200 miliaridi, .che ha più ,ch,e :compensato 1 il ·passivo di 400 miliardi nei· movimenti di merci, ·portan 1do il saldo delle partite ·c·o,rrenti ad un attivo di 800 miliardi. Questo avanzo tutt'altro che tr.ascurabile, rap:presenta un ulte 1riore sintomo del f.atto che la d.o,man.da glo·bale resta sensibilmente inferiore .alla -capacità pro·duttiva, e co·nferma .. quindi le diagnosi che si sono fiatte intorno alla situazione interna. 16 BibliotecaGino Bianco ...

.. ·' Un decen,nio di attesa Se quindi si .dovesse tenere conto delle sole partite 1 C0 1 rrenti, la situazio1ne conse,ntirebbe una co•m.oda politica -di espa11sione. Purtro·pp,o la situazio•n.e si presenta esattamente capovolta per quanto riguarda i movim•eniti di ·capitali. Qui, sempre nei primi nove mesi del 1969, si è registrato un passivo di quasi 1.550 miliardi, per cui il saldo complessivo· della bilancia dei pagamenti, lungi dall'essere attivo, presenta un p·assivo ,di oltre 760 miliar,di. Questa situazione, che p,er molti versi riproduce caratteristi,che tipiche .della situazione congiunturale di molti paesi, mostra con tutta evidenza che, n•el tracciare le linee di una poJitica ·di controllo, è necessario non solo tenere conto· dei p·ro·blemi posti dai movimenti di merci, che più direttamente sono connessi ai movimenti del red,dito nazionale, ma anche dei movimenti di capitali, eh.e rapp·resentaino una variabile ap·parentemente del tutto distaccata dall'an·damento della domanda interna. Poiché, come si è visto, movimenti di mer,ci e movimenti di cap1 itali presentano problemi •distinti e possono p1 resentare, come si è visto, andamenti op·posti, sarà o•p·portuno considerare separatam 1ente i problemi che essi pongono. Comin·ciamo •dai movimenti ,di merci, e cioè dall'equilibrio fra importazioni ed esportazioni. Anche in questo caso, co\me n~l caso dell'equilibrio interno, è fa.cile ·constatare che problemi ·di b-reve e problemi di lungo periodo sono st,rettamente co,nnessi. Usualmente la ,capacità di esportazione 1di un paese vi,ene conside·rata come una grandezza autono,ma, determin·ata cioè da elementi estranei all'economi•a considerata, ,com.e ad .esempio la domanda ·di paesi esteri. Questo mo:do di considerare le esportazio,ni, se rappresenta un·a apprezzabile sem•plificazione ch•e agevola la trattazione teorica·, non p·resenta altrettanti pregi di corretta interpretazione, in quanto è ,difficile sostenere ,che le esportazioni siano indipendenti dall'andamento -dell'economia interna, sia nel breve che nel lungo perio 1do. Nel periodo breve, le esportazioni sembrano connesse al livello del reddito interno, nel senso che un aumento dellia ,domanda interna ten,de a scoraggiare le espoirtazioni, mentre una riduzio·ne tende ad incoraggiarl,e. Poi,ché la doman,da interna dipen,d·e dagli investi- . menti, si può ritenere, in prima approssimazione, che le esportazioni siano legate ,da un legamè inverso agli investimenti. Nel pe- · rio·do lungo, l,e espo,rtazioni risentono l'influsso de1 gili investimenti, ma p·er via alquanto diversa. Lo· sviluppo delle esportazioni dipe·nde, · in primo luogo, ,dall:a capa,cità dell'industria interna di offrire sui mercati esteri prodotti la cui domanda sia in esp,ansione; sotto qµesto aspetto, lo svilup,po q:elle esp•ortazioni dipende dalla di.stri17 - B·iblioteca Gino Bianco

Augusto Graziani b·uzio·ne settoriaile degli investimenti. In secon•do luo.go, .la dinamica delle esportazio 1 ni di·pen·de dalla com·petitività dei pro1 dotti offerti, co·mp,etitività che a sua volta sarà maggiore o minor•e a seconda che il flusso di investimenti sia stato sufficiente per assicurare un adegu.ato· ri1 nnovo degli impianti :e un· adeguato ingresso del p·ro,gresso tecnico ris1 p-etto a quanto si è v·erifioato negli altri 1 'paesi. Nel .periodo lungo, quindi, la capa,cità di esportazione- è in funzio·ne diretta degli in,vesti1nenti effettuati nei periodi passati. Queste su.ccinte osservazioni so·no sufficienti a chiarire il p,unto ch,e, in una economia ·aperta, il problema dell'equilibrio· della bilancia ,commerciale è strettamente connesso al problema degli investimenti interni. Se si vuole realizzare un dato tasso di sviluppo del reddito, è le,cito attendersi ch,e anche la do1 mand-a di importazioni cresca al medesimo ritmo, e fo·rse •ad un ritmo, maggiore; per evitare stro·zz,ature dal lato della bilan·cia dei pagamenti, è n.ecessarjo che anche le espo·rtazioni crescano di p·ari passo, il .che impone di realizzare un tasso di ,accumulazione del capitale adeguato a rendere costantemente com·petitiva l:a produzio,ne interna risp·etto ai mercati esteri. L'esigenza di sviluppare adeguatamente le esportazio,ni rapp,res·enta in tal modo un vincolo anche sotto il profilo, del1 'aocumul,azione -del ,capitale. La med-esima esigenza, vista sotto un pu•nto di vista diverso 1 , 'PUÒ essere esipressa dicen,do che fra i tanti tassi ·di ac,cumulazione che la -collettività p-uò essere disposta ad ·accettare, non tutti sono realizzabili sotto, il profilo, -economico, in quanto tassi 1di accumulazione troppo bassi re·n,deranno scarsamente 1 co,mpetitive le esp·ortazioni e contribuiranno a creare situazioni di passivo nel1 la bilanciia ·C·ommerciale,, obbligando in tal modo il paese •a fare uno sforzo ,p.er rea1lizzare tassi .di ·crescita più ele,vati, o, alternativamente, a ripie·gare su tassi di crescita ancora più modesti. Possiamo adesso con.clu,dere un ragionamento. ch,e, iniziato• in precede·nza, avevamo !,asciato in parte in sosp,eso. Allorché abbiamo trattato il problema dell'equilibrio interno, abbiamo no,tato che fra gli obiettivi della p·olitica •co1 ngiunturale si è di recente inserito quello ,di salvagu,ardare il liv,ello cl.egli investimenti; in questa visione, 1abbiamo triacciato le linee ,di una politica di 1 contro 1 llo vo,lta a tutelare, oltr,e agli obiettivi della stabilità interna, anche l'obiettivo degli investimenti. Non ab·biamo però chiarito in che mo·do il livello, desiderato •di investimenti ,anda·sse ,determinato. Il ragionamento può adesso essere co·mp1 letato ,affermando che il livello· di investimenti che deve essere comunque salvaguarda~o è determinato 18 Biblioteca Gino Bianco

✓. .. Un decennio di attesa ·dalle esigenze di com_p,etitività del1'industria interna sui mercati i emazional1. Se ·tale livell~ non viene rispetta , nma o· p,0,1 ·1 paese e ,aestinato ad inco·ntrare un p•assivo cronico nella bilan-cia , co·mmerciale, il che -significa che quel tasso di svilup·po ;dovra essere abban 1do.nato. È chiaro che su questo p,unto si p1rofila un problema di fondo di politica economioa, la cui soluzione non può in alcun mo·do ·essere con.-si4erata materia di stretta ,competenza -dell,a tecnica economica, ma che coinvolge interessi ben pit1 \lasti, dell'intera collettività. Se ·1 problema dell,a bilancia .dei pagamenti è -considerato• prioritario, 1 gli investimenti ,dovranno ·convergere verso i settori direttamente p•roduttivi, al1 fine di stimolare l'aumento ,della produttività e tutelare la competitività .delle esportazioni; una strategia simile, assicura un tasso di svilup-po elevato, ma p•uò risultare un vincolo rispetto ad ,altri obiettivi, di natura socia-le o equitativa, che esigerebbero un·a politica di investimenti intensi in altri settori (a·d esempio n,el .settore delle abitazioni, nel setto,re dell'assistenza sa·nitaria, nei settori culturali). Se vi1cev.ersa viene accordata prio,rità al raggiungimento -di obiettivi di natiwa sociale, e di conseguenza gli investimenti nei .settori direttamente pro,duttivi vengonç> contenuti, può -derivarne uno sviluppo insufficiente ,delle esp,ortazioni e la necessità ,di accontentarsi di tassi di .svilup·po del reddito più bassi. Ovviamente, il problema non è tale d·a consentire una s01 luzione di vali1dità gen·erale. Solo in relazione a oasi -concreti è possibi1e precisare un orientamento e formulare indicazioni p·er un·a linea di condo 1 tta. È possibile quindi •che il livello e la distribuzione settori.aie degli _investimenti vengano .determinati sia in relazione a,ll'obiettivo di svilup,pare le esportazioni, si,a in relazione all'obiettivo di soddisfare determinate esigenze di natura sociale. Quello che conta di stabilire a questo punto è ch•e, una volta risolto questo 1 pro., blema, ·resta ,determinato ·anche il tasso di svilupp·o che l'economia è in gra,do, .di raggiungere. U,na volta fissati -gli investimenti, le linee della po.litica di controllo ,della congiuntum restano -quelle tracciate in precedenza, .e ,cioè utilizzazione ,della sp1 esa pubbli,ca (o dell'industria a p·artecip•azione .statale) per il ·cqntro,Ilo degli investimenti, e utilizzazione della politica monetaria per il contré)llo ,dell'offerta ,di risp·armio. Resta ovviamente aperto il pro!blem·a degii squilibri temporanei nei conti con l'estero. Ma, nel quadro ,di una · p·olitica simile a quella tracciata·, questo problema non dovreb·bé , ·assumere gran1de rilevanza. l1 n primo luogo, se si tratta .di squilibri 19 e - , Bibliot e Gino Bianco

Augusto Grazia11i temporan:ei, e destinati a bil1anciarsi nel co·rso del tempo·, le _riserve valutarie dovrebbero rapp-resentare una tutela ade·guata. Inoltre se .la politica di •controllo risult·a •efficiente, il livello dei prezzi -dovrebbe risu1ltare stabile, o comunque esente .da aumenti tro1 ppo 1veloci, per cui no•n dovrebbero presentarsi sbil,anci do·vuti ad inflazio,ne· interna. Gli eventuali sbilanci •dovuti ad eccesso di ,domanda globale rispetto all'offerta vanno evidentemente •curati con i medesimi strume,nti che servono a tutelare l'equilibrio interno, e cio,è co,n il controllo dell'offerta -di risparmio· effettuato •attraverso la politica monetaria. Problemi dei movimenti di capitali. L'equilibrio este·rno dell'econo1mia impoine ovviamente che i .conti si pareggino tenuto conto non solo d,ei movimenti ,di merci ma 1anche dei movim-e·nti di capitali. Co,me dicevamo in precedenza, questo capitolo della bilancia d.ei p·agamenti ha assunto •rilevanza ,dominante negli anni più recenti, e ra1 pp•resenta al giorno d'oggi una delle maggiori fonti di preoccupazioni p,er le autorità eco-nomiche. Sotto questo ·aspetto la situazione del nostro ·pae'Se, come dicevamo, rappresenta un caso particolarmente delicato. Come è ormai noto, da alcuni anni a questa parte·, i nostri conti •co11l'estero ha·nno· registrato più che un'uscit,a, una fuga di capitali finanziari. Nel d-ecennio del· miraco 1lo econo1 mico, l'Italia. im·portava ·capitali dall'estero, si,a sotto forma di investime·nti finanziari, sia sotto forma -di investimenti -diretti in imprese industri 1 ali. Questo· movimento si è bruscam·ente capovolto a partire dal 1962. Dapp·rima sollecitati -da preo,ccupazioni fiscali, s1 pinti poi dalla depressione interna, infine attratti dall'incentivo di remunerazioni assai più elevate ·all'estero, i ,capitali finanziari hanno abbandonato in misur,a sempre più massiccia i loro ·collo·camenti prec,e·denti, per tro1 vare nuo·ve .destinazioni sulle piazze finanziarie europee. L'uscita di capitali è andata ,co,sìcrescendo v,ertiginosamente: -da 455 miliardi nel 1965, a 1.277 nel 1966, a 1.023 nel 1967, a 1.728 nel 1968, a 1.563 n-ei primi nove mesi del 1969. La .situazione hta raggiunto un p•unto tale, che le autorità han·no comin,ciato a ,oonsiderare nuovamente -come problema prioritarioil problema del,la bilancia .dei ·pag·amenti. Tutti ricordano che una· situazione simile si era verificata nel 1963, ,allo,rché le autorità economiche, nel timore che il passivo della bilancia dei pagamenti div~isse insostenibile, .decisero una stretta ·creditizia che ·aprì la fase di depressio·ne destinata a protrarsi per l'intero· decennio. Ancora una volta, ci troviamo quindi di fronte al pericolo che, per 20 Biblioteca Gino Bianco.·

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