... Antonino Di Giorgio più rilevante che non la causa di un milione tra due ricchi borghesi, causa che viene affidata al tribunale; quindi, semmai, il giudice migliore andrebbe dato alla prima, quello più « andante » alla seco·nda. Ma l'obiezione più grave all'opinione che qui si contr~sta è· che essa, credendo di graduare la qualità del giudice sulla scala obiettiva dell' en.tità economica della causa, praticamente la gradua sulla scala soggettiva della capacità economica della parte. E certo infatti che le cause gros_se si posso-no fare solo, tra i ricchi; un povero no,n av~à mai da fare una cau,sa di competenza del tribunale, ma, semmai, cause di competenza . inferiore. ·Come si diceva in principio, si finisce quindi con l'assegnare al povero il giudice che il codice ritiene meno buo-no e col riservare alle cause dei ricchi il giudice ritenuto migliore. La competenza per materia (la quale probabilmente discende dalla frantumazione feudale delle giurisdizioni e delle competenze) si distribuisce fra i tre giudici di prima istanza in base a criteri ancor meno comprensibili di quelli che regolano la competenza per valore, alla quale s'intreccia. Qui nemmeno il pregiudizio capitalista, quello dell'importanza eco11omica della causa che richiede una proporzionale raffinatezza di trattazio·ne, è pù riconoscibile. Si direbbe che la competenza per materia non faccia altro che recepire il dato di fatto, prelogico, costituito dalla esistenza di una pluralità di giudici di primo- grado, e tr~ costoro ripartire, alla bell'e m·eglio, i vari tipi di causa. Con ness.una scala, né quella dell'importanza economica, né quella della difficoltà dommatica, né quella del rilievo sociale, si arriva a capire perché mai le cause in materia di imposte e tasse o quelle relative ai diritti onorifici, attribuite al tribunale, stiano più su del~e cause possessorie o di quelle condominiali, attribuite al pretore. Trattasi -di una ripartizione che ha il solo ma grave torto di essere artificiosa e come tale non merita di essere conservata. Resta ora da dire chi dovrebbe essere questo giudice competente per tutti i giudizi civili di prima istanza. Dovrebbe essere un giudice unico togato e cioè un magistrato ch·e già c'è e che, ad avviso1 di chi scrive, è quello· dei tre che funziona meglio: il pretore. Il pretore, p1 er la sua capillare presenza nel territo,rio nazionale e per la relativa semplicità di forme del suo procedimento, assicura meglio del tribunale l'accessibilità del giudice, che è esigenza di primo piano in un sistema processuale -democratico. La sua qualità di magistrato ordinario garantisce altresì la rego•larità formale del processo e la bontà della decisione, molto meglio del conciliatore e altrettanto bene del tribunale (chi scrive non si è n;iai acco,rto che le sentenze del tribunale fossero migliori, cioè di maggior pregio giuridico, di quelle del 86 Biblioteca Gino Bianco
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