Editoriale I hanno fatto la loro parte, ostinata1nente ed irresporLsabilmente, per provocare qitella scissione socialista che 11011poteva non produrre un immediato e perciò quanto niai allar1na11te aggravaniento della crisi politica, una con1.promissione della possibilità stessa di sopravvivenza del centro-sinistra. Nella mistJ.ra in cui si prolunga, la crisi politica diventa sen1pre più grave e c'è chi si domanda quali sarebbero le conseguenze se si dovessero sommare alle manifestazioni di questa crisi politica anclie qitelle di itna crisi economica e finanziaria: le due crisi, in tal caso, potrebbero sfociare in itna crisi più generale, a carattere istititzionale. Siamo al 1nomento della resa dei conti? Potrebbe darsi. Tutti stanno giocarld·o con il f itoco, i partiti e i si1idacati. E niagari c'è chi da destra comincia ad augiJ.rarsi che il fuoco divampi e che la crisi a carattere istituzionale precipiti. Né si può no11 riflettere sulle considerazioni che a proposito dell'aittunno italian.o si vanno facendo da parte di osservatori non italiani, e in particolare siti giudizi clie in via ufficiosa sono stati espressi da ambienti che fanno capo al qitartier generale del Mercato co1nitne: siamo angitstiati non tanto per la situazione economica dell'Italia, non. tanto per le rivendicazioni salariali, e nen1n1eno per gli scioperi selvaggi; la nostra principale preoccupazione rigua~da invece l'instabilità e la debolezza del sistenia politico, la caparbietà déi partiti che so110 troppo impegnati nella lotta di potere per dedicarsi seriame11te e concretaniente alla soli1zione dei problemi reali di un paese in piena trasformazione come l'Italia. La caparbietà dei partiti! E i1zfatti, in, questa situazione, il PSI, bu.ona parte del PSU e bitona parte della DC intendono tenere in vita il governo monocolore, ririviando a quando sarà noto il test delle elezio11i a1nn1inistrative una eventitale riapertura del discorso sulla ricostruzione e rianin1azione del centro-sinistra. !v!a che cosa avverrà nel f ratte111po, di qui alla primavera? Sarà possibile garantire l'ordine pubblico, prevenire nuove e più gravi 111anifestazionidi sovversivismo del genere di quelle che si sono avute a Bergan1.o ed a Pisa, froriteggiare « ogni forma di diversione avventuristica» e reprimere la « provocazione fascista»? A proposito delle iniziative estremistiche e avventuristiche, anche i con1unisti, dopo Berga1no e dopo Pisa, scrivono che esse « servono solo al padronato ed alle forze conservatrici » ( così Paolo Bufalini, su « l'Unità » del 2 noven1bre, aggiiLngendo che « ferma dev'essere dunque, secon.do rioi, la lotta contro ogrzi for1na di diversione avventuristica »; e che « decisa » dev'essere « la lotta contro la provocazio1ze fascista»): si tratta più o meno dello stesso discorso che noi abbiamo fatto già all'indomani del 5 ·BibliotecaGino Bianco
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