... Adriana Bich Nel 1946 e 47 si parlava molto di libertà, ovvian1ente, e di libertà nella scuola anche. Ma essa era, per alcuni, libertà dello, Stato di organizzare la cultt1ra; per altri, libertà delle famiglie di scegliere i contenuti ideolo•gici della istruzione da impartire ai figli; per altri ancora, libertà d'i11segnamento per i docenti. Dentro e f~oni l'Assemblea Costituente, no·n molte voci si levaro;110 invece a: favore della libertà « dei » giovani. Ossia, essi erano considerati so,ggetti passivi, il cui unico compito era recepire il sapere, nella forma e nella misura in cui lo Stato•, o le famiglie, o i docenti, l'avessero, strutturato per loro•. Tuttav:ia Marchesi 15 fece l'interessante pro,posta di includere nella Costituzione la frase: « Nella scuo1a è garantita la libertà agli insegnanti e agli alunni p,erché tutte le forze del pensiero abbiano valo,re ». Si auspicava insomma l'instaurarsi di un rapporto più democratico tra docenti e discenti, di cui si è cominciato ad avvertire in mo,do chiaro l'urgenza solo negli ultimi tempi, e non senza storture dovute a piaggerie demagogiche o a nostalgie auto,ritaristicl1e. Anche Binni 16 ricordò molto opportunamente le parole di Rodolfo, Mandolfo, con cui questi raccomandava di « non considerare le co,scienze dei giovani colonie di sfruttamento ». E Bernini aggiungeva che 17 « il diritto della famiglia e il diritto dello Stato si limitano a vicenda, perché ambedue so·no limitati dal diritto del fanciullo ». Così per Codignola 18 , identificandosi la scuola moderna con « la lib,ertà del meto·do critico », nei conflitti tra Stato e famiglia si deve salvare « la libertà dell'alunno, cioè la libertà della personali 1 tà t1mana in formazione ». L'istruzione da noi era in crisi, infatti, anche per la difficoltà di equilibrare i rapporti tra docenti, famiglie e studenti. Tale difficoltà, in seguito, si è ulteriormente aggravata. Ad esempio, la scuola non è riuscita ad -interes.sare fattivamente ai suoi problemi i genitori degli alunni perché questi, nella gran maggioranza, sono stati restii per decenni al]a collaborazione, sebbene, analo,game·nte ad istituzioni esistenti da tempo in Europa e fuori, si siano fatti parecchi tentativi ed esperimenti, e si sia addirittura creato, già nel 1953, un « Centro Didattico Nazionale per i rapporti scuola-famiglia ». Poi, improvvisamente, negli ultimi mesi, sono sorti come funghi « comitati » di padri e di madri, puritroppo propagandati e sostenuti da certa stampa non certo progressista, e hanno offerto la loro « collaborazione » consistente poi unicamente nel delegare la scuola a sostenere le 1 lo1 ro retrive concezioni dell' « autorità ». 15 Atti Ass. Costit. I Comm. Discussioni 22 ottobre 1946. 16 Atti Ass. Costit. Djscussioni Vol. 331 pag. 2989. 17 FERDINANDO BERNINI, Per la libertà nella scuola, Discorso pronunciato alla Ass. Costit. il 19 aprile 1947, Roma 1947. 18 Atti Ass. Costit. Discussioni Vol. 331 pag. 3147. 96 Bibliotecaginobianco
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