Il nuovo illuminismo di Adorno / lità, dagli scopi consapevoli e non - della denuncia vengono illuminate la stessa entità e co1 nsistenza del delitto. Non tanto importa il nome del morto quanto quelli degli eredi p·resun ti o reali. È ciò che accade all'interrogazione parlamentare, che interessa più per le forze e gli intendimenti che stanno dietro l'interrogante che no1 n per le cose che porta a conoscenza del pubblico. Adorno e Horkheimer sono denuncia tori allo stato ·puro. Sconcertano come il passante occasionale che va a denunciare un delitto in cui non è minimamente parte in causa, o l'applicato di gruppo C che denuncia una scorrettezza amministrativa del suo superiore inamovibile che gli frutterà una fredda lode e il con·gelamento della car- . r1era. Il significato del loro pensiero dal punto di viista etico è pieno e indiscutibile; ma sotto altri aspetti lascia insoddisfatti. Con i due filoso,fi di Francoforte non ci si orienta nel mo1 ndo: non s'impara a conoscere le cause prossime degli avvenimenti po1 litici che ci riguardano 1 direttamente, né s'intende la varietà e l'irriducibilità dei momenti e delle situazioni storiche determinate. « In una divisione del lavoro differenziata come quella di oggi - scrivono - può mostrarsi in un punto anche l'orrore suscitato dalla colpa di tutti» (p. 255). Per un marxista ortodosso ciò è insostenibile e, tutto sommato, contribuisce al rafforzamento del sistema e del1la divisione del lavoro che su di esso si fonda (non a caso Marcuse, che avverte la pruderie gauchiste, è passato de- .Bib·liotecaginobianco cisamente dalla parte degli studenti anarchici e maoisti, come chiarisce acutamente Perlini nell'ottimo saggio a lui dedicato); ma forse non è stato inutile richiamare l'urnanità al senso di quell'orro 1 re, alla spietatezza di un mondo che somiglia semp·re più alla giungla e che non trova consolazioni né nella falsa utopia romantica intesa all'idealizzazione del passato, né nella co,nsolazione religiosa che spera in una vita di là da questa. « Se questo o,rrore si diffonde, se diventa consapevole - si legge in uno « schizzo » - anche solo, a una piccola parte dell'umanità, manicomi e istituti di pena potreb·bero anche umanizzarsi e i tribunali, alla fine, diventare superflui» (p« 255). La filosofia, insomma, aspira segretamente a porre fine alla vio,lenza, pagando il prezzo dell'isolamento . In fondo, non possiamo chiedere ad un filosofo, morale di spiegarci il perché e il perco,me di ogni cosa, di ogni dettaglio dell'esistenza. Solo indirettamente egli ci guida a dimensioni più p1 rofonde e più problematiche. La verità umana, infatti, non è qualcosa che nasce da una contraddizione lo,gica o da un calcolo matematico che non torna, ma si costituisce dal fondo di una nuova intuizione morale, da un'insoddisfazione penosa per il vero di ieri divenuto incapace di sod,disfare le esigenze di comprensione di oggi. È l'impegno morale che ci ap·re nuovamente gli occhi al mondo e o,gni volta ce lo fa vedere in modo diverso: senza di esso ogni verità ci rendereb,he paghi e ogni difficòltà verrebbe risolta da pure espressioni verbali tautologiche. 127
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