Dino Cofrancesco .. se davvero Adorno po1ssa considerarsi come l'ultimo avversario radicale dell'illum·in 1 iismo attraverso le critiche alla scienza co1 ntenute nel libro Dialettica dell'illu1ninismo scritto in collaborazione co,n Hoirkheimer nel 1942 negli Stati Uniti e pubbl'icato in Italia qualche anno fa da Einaudi. « Noi non abbiamo nessun dubbio - avvertono gli Autori n·ell'lntroduzione - che la libertà nella società è in·separabile dal pensiero illumiinistico » (p. 5), ma non pertanto posso,no rinunciare alla consapevolezza delle gravi m•inacce che incombono su di esso e che sono costituite dalla perversione dei suoi concetti 01riginari, resi suscettibili di trasformarsi in puntelli del dom1inio e dell'amministrazio,ne totale. L'illuminismo si presenta come ambi,guo già nell'esaltazione della tecnica ad opera di Bacone. Fin dai suoi scritti emerge che « ciò che gli uomini vogliono appjrendere dalla natura è come utilizzarla ai fini del dominio integrale della natura e dell'uomo »: essi aspi•rano alla « calcola b'ili tà d·eìl'universo », alla in tegrale mani 1 polazione delle cose, all'asservimento senza residui delle forze naturali ai p,ropri fi·ni. E già per il pensiero successivo a quello baconiano « tutto ciò che non si risolve in numeri, e in definitiva nell'uno, diventa ap,p·arenza; e il positivismo mo,demo lo confina nella letteratura » (p. 17). In questo l'illuminismo è identico al mito che pu1re pretende ,di sostituire - e in p·arte sostituisce: anche il mito, infatti, « voleva raccontare, nominare,, dire l'origine: e quindi anche esporre, fissare, spiegare ». E p-ro120 Bibiiotecaginobianco prio come i miti « fanno già 01 pera illuministica, così l'illuminismo ad ogni passo s'impiglia più profondamente nella mitoilo1 gia » (p. 20). Infatti, spiegano gli Autori nel loro non faoile linguaggio, « il Sé che ha ap·preso l'ordine e la subordinazione alla scuola della sotto,missione del mo,ndo esterno, ha p•resto identificato la verità in generale col pensiero disponente, senza le salde distinzioni dal quale essa non potreb·be sussistere » (p. 22). In tal mo,do, la capacità di manipolare, indipendentemente dai fini che si propone, diviene il nuovo idolo al quale si sacrifica l'umanità, o n1eglio la natura che è nell'uomo: « identificando in anticipo il mondo matematizzato fino in fondo con la verità, l'illuminismo mette al sicuro dal ritorno a,l m,ito ( ...) Il diritto di registrare e sistemare non ha davanti a sé che l'astratto· n1ateriale, che no·n possiede altra proprietà che quella di fungere da sostrato a questo, possesso» (p·p. 33-5). Adorno e Horkheimer non negano la legittimità, per l'uomo, di pervenire all'individuazione, mercé il distacco dalla natura, realizzato dalla divisione del lavo,ro: « gli uo .. . . . m1n1 - ·scrivono - avevano sempre dovuto scegliere tra la lo-ro sotto,mis,sione alla natura e quella della natura al Sé» ('p. 40). Questo distacco è stato, avvertito nella sua reale drammaticità fin dagli inizi e ne reca testimo-nianza il mito di Odissea, il cui « lun.go errare da Troia ad I taca è l'itinerario del soggetto infinitamente debole dal p·unto di vista fisico rispetto alle forze della natura e che è solo in atto di formarsi come autoco,scienza » (p. 55).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==