... Ermanno Corsi entro la realtà che ci circonda, ci assumeremo la responsabilità di far restare ancora la città senza Piano, vale a dire di abbandonare ancora di più Napoli al caos ed alla distruzione iriesorabile ». Lo schema è stato ,di,battuto in modo disarticolato, dispersivo, senza una vi,sione unitaria dei p·roblemi. Sono e.merse in :maggioranza preoccu•pazioni di settore e di schieramento politico, fino a gen·erare una sorta di alleanza milazzista non certo oc.casio,nale. La destra urbanistica non ha gradito il Piano prop,rio perché « Piano di attrezzature» e non già •di fabbricazione; l'estrema sinistra, fraintendendo artificiosamente le proposte di ristrutturazione dei vecchi quartieri spagnoli, ha parlato di « Piano classista». Il fatto è che prop,rio queste preoccupazioni ·di schieramento (non sempre indenni da ansie per interes,si privati lesi) hanno posto gli uni e gli altri fuori della logica del po,~sibile e fuori della politica di programmazio,ne urb·anistica. Si può certo rimp,roverare a Servidio, di essere stato troppo blando quando ha definito sem:plicemente anacronistica la politica municipalistica espressa a Napoli dalla destra in un recente passato, dal momento che tale giudizio doveva essere ben più severo e ,doveva riguar,dare no1 n solo le gestioni laurine, ma anche le successive Ammini,strazioni e quelle forze politiche (democristiane) che si i1nbarcarono nelle alleanze co,n Lauro, op,p,ure· combattero 1 no Lauro, ma solo per ereditarne uomini, metodi e indirizzi. Tuttavia non si p1 uò negare ohe Servi 1 dio, consapevole delle mano,missioni e dei guasti che sono stati compiuti, indivi:dui oggi bene il nuovo ruolo della città e i compiti del Piano Regolatore, in modo da eliminare p,ro,gressivamente quella « commistione di funzioni » che si è creata e che è alla base della congestione e del disord-ine del territorio urbano. Si sono affastellate, rileva giustamente l'assessore, case su case senza il necessario adeguamento della viabilità e dei sistemi di trasporto collettivo, sovraccaricando le infrastrutture esistenti già deficitarie, ignorando i proble1ni delle attrezzature collettive. Le zone di nitova espansione si atteggia·no come una grossa città-dormitorio, chiusa in una vita asfittica e diseducante, , che non consente ai cittadini una compiuta espressione della propria personalità ed una convincente partecipazione alle moderne possibilità di vita associata. Oggi il Piano Regolatore si impegna a creare, entro il 1981, « la città dell'uomo» come diceva Adriano Olivetti; cioè una città che consenta la più libera espressione dell'uomo, attraverso il decongestionamento della sovraccarica fascia costiera e la proiezione, nell'entroter,ra metropolitano, dei nuovi insediamenti residenziali e produttivi. Si cerca di por fine alle « tendenze spontanee » e di guidare razionalmente - seguendo un disegno poli-- centrico - la crescita del1 la città per elimin·are i ·profondi squilibri che essa manifesta. Sono questi, in sostanza, gli stessi obiettivi del Piano territoriale di cooJìdinamento campano di cui il CRPE sta ancora esaminando le linee generali. . Ma sulla importanza di questi obiettivi il dibattito nel1la città si è soffermato poco, così come non è stata valutata sufficientemente l'importanza di avere un nuovo Piano Regolato,re che ri,metta ordine in una città brutal82 Bibiiotecaginobianco
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