Luigi Co,npagna e significa altresì non aver compreso che oggi il marxismo non è affatto solo (e non pL1ò e non .deve ritenersi tale) nella identificazione e nella difesa di quei motivi filosofici e culturali che esso aveva avuto il merito di proporre nel secolo scorso attraverso l'~pera di Marx. Oggi questo patrimonio è comune a gran parté della cultura « militante » nella quale può benissimo stare lo stesso marxismo purché esso prenda atto di questa situazione, eviti le chiusure dogmatiche, no,n si arrocchi su posizioni di più o meno presunta primogenitura. Il che significa sostanzialmente rifiutare il discorso bordighiano e l'attualità che oggi gli si tende, più o meno consapevolmente, a dare da quei settori della sinistra che si collocano sulla sinistra del comunismo ufficiale. Ma forse ancora più che il discorso teorico bordighiano·, quello che oggi dobbiamo più tenacemente rifiutare, da parte di questi stessi settori dell'estremis 1 mo di sinistra, è il linguaggio bordighiano, quel linguaggio che ci viene oggi proposto dal movimento studentesco e che presenta straordinarie analogie con lo storico documento della frazione bordighiana nel Congresso di Bologna del 1912, ai tempi della polemica fra i giovani socialisti su « socialismo e cultura ». « Il Congresso ---- dice il documento - considerando che in regime capitalista la scuola rappresenta un'arma potente di conservazione nelle man.i delila classe dominante, la quale tende a dare ai giovani un'educazione che li renda ligi e rassegnati al regime attuale, e impedisca loro di scorgerne le essenziali contraddizioni, rilevando quindi il carattere artificioso della cultura attuale e degli insegnamenti ufficiali, in tutte le loro fasi successive, e ritenendo che nessuna fiduoia sia da attribuirsi ad una riforma della scuola nel senso laico o democratico; riconoscendo che scopo del movimento nostro è contrapporsi ai sistemi di educazione della borghesiia, creando dei giovani intellettualmente Liberi da ogni forma di pregiudizio, decisi a lavorare alla trasformazione delle basi econ.omiche della società, pronti a sacrificare nell'azione rivoluzionaria ogni interesse individuale; ... afferma in conclusione che l'educazione dei giovani si fa più nell'azione che nello studio regolato da sistemi e norme quasi burocratiche ... ». Il linguaggio ed il tono a11ticipano qt1elli del movi1nento studentesco dei nostri giorni: n1a, 1nentre nel documento di Bordiga si avverte la giustificabile preoccupazione di Lln leader rivoluzionario contro degli intellettuali ( oggi Salvemini e Tasca, domani Gramsci, sembra intuire Bordiga) che « hanno concetti troppo ristretti dell'azione socialista deriva11ti dalla specializzazione a cui essi si danno nello studiare problemi immediati e pratici », nell'orgia dei discorsi sulla cultura, che sarebbe « per definizione borghese », e quindi « a difesa del sistema », che sentiamo fare oggi 11elle 11ostre Università si avverte soltanto il vuoto di idee e lo squallore catechistico di chi non è riuscito a rinnovare nemme110 il proprio vocabolario: perché è chiaro che, 250 Bibiiotecagir,obianco
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