Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

' Bordìga puro e duro ·dottrinario, ma anche per una giustificabile preoccupazione politica, esprimibile come esigenza di chiarezza tanto nella elaborazione dei metodi di lotta quanto nella identificazione del finalismo del movimento socialista. Per tutta la durata di questa .fase il marxismo dovette battersi non soltanto p·er mantenersi come il più adeguato strumento di interpretazione delle rivendicazioni proletarie, ma altresì per espellere dal suo seno le interpretazioni arbitrarie e quelle incapaci di comprenderne il vero senso che è prima di tutto rifiuto delle soluzioni riformistiche, ma è rifiuto delle soluzioni riformistiche nella misura in cui queste lasciano intatte le strutture e le co1ìdizioni di un certo tipo di società: la società capitalistica, ottocentesca, caratterizzata da contrasti sociali estremamente ra,dicalizzati e tanto più dolenti e più drammatici quanto più nuovi e meno addomesticati dall'assuefazione. Inevitabilmente, in questa fase il marxis,mo tese progressivamente ad irrigidirsi, ap-pesantendo quella polemica che nel Manifesto del '48 era ancora apertissima, e perciò stesso imponendo letture sempre più dogmatizzanti di quel documento. Tutto ciò prepara quella che può essere co·nsiderata la seconda fase ·del marxismo, caratterizzata agli inizi dalla rivoluzione d'ottobre e, in Italia, dal sorgere del partito comunista in po,lemica con il vecchio tronco del socialismo tradizionale. In questa nuova fase il marxismo rompe gli indugi e traduce la propria polemica in costruzione degli strumenti del nuovo Stato socialista, condizionato per altro dal suo stesso sorgere no,n come sbo·cco organico e totale di tutto un processo politico-economico, bensì piuttosto co,me instaurazione, in larga parte volontaristica, 1di 01 rganismi che vengo110 a giustapporsi nei confro·nti di quella parte -della realtà sociale che ri,mane dentro gli schemi del capitalismo borghese. Questa seconda fase del marxismo, che si m.anifesta nella contrapposizione dello Stato sovietico agli Stati occidentali e negli stessi apparati organizzativi di partiti comunisti d'Occidente, non per nulla definiti « stati ,dentro gli stati », culmina nella tensio,ne della guerra fredda, articolandosi nella tattica elastica dei fronti popolari, intesi come strumenti per conseguire l'allargamento e il consolidamento dell'egemonia comunista nella sinistra euro,pea. Tuttavia, mentre il marxismo andava diventando sempre più una pesante e rigida realtà, politica e culturale, da quello- « spettro » che era nel '48, la realtà capitalistica mutava progressivamente aspetto, colmando, o quanto meno· attenuando alcuni dei suoi aspetti più rip}.1gnanti; e ciò non certo per un ravvedi·mento morale, ma perché era la logica stessa del processo storico-sociale che conduceva a mutate condizioni strutturali. 245 Bibiiot~caginobianco

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