Luigi Compagna veri e falsi rivoluzio·nari. L'astensio,nismo, infatti, sarebbe valso a mettere in crisi uno dei pilastri fondamentali del regime bo,rghese, ma anche a scavare into•rno al proletariato un fossato cl1e lo tenesse al rip,aro dalle seducenti e soffocanti lusinghe del parla,mentarismo, nonché ad allontanare dalle file socialiste quei campioni di ·demagogismo per i quali il punto d'arrivo della carriera di un rivoluzionario è un seggio a Montecito,rio, donde tuonare contro la borghesia e chiedere favo,ri ai governi, per sé e per i propri elettori. L'astensionis1no era la risposta meccanicamente negativa - e come tale criticata da Lenin - ai « vizi del parlamentarismo » radicatisi nel vecchio partito socialista. I rigorosi criteri che regolano. le ammissioni - e il rifiuto che ne co,nseguirà di consentire ad adesioni in m·assa ed a fusioni - sono per Bordiga la risposta ai metodi di reclutamento del passato, grazie ai quali erano penetrati nel partito a frotte gli esponenti della piccola borghesia radicaloide, rotti a tutti i compromessi, pronti ·a tutte le collaborazio·ni. La riluttanza infine, ad accedere a tattiche fo,ndate sulla manovra, il rifiuto· 01 ppo-sto ad alleanze e ad iniziative che potessero spo·stare o falsare gli obiettivi reali della lotta appaiono anch'essi come una sorta 1di ,polemica po,stu,ma co.ntro il « bloccardis,m·o », « bloccardismo » nel quale si attenuava, fino a scomparire, il carattere autonomo, classista e rivoluzio-nario, della politica socialista: la partecipazione comunista al movimento degli arditi del popolo, che propongono la lotta armata contro il fascismo in luogo della lotta armata per la conquista dello Stato, finisce per essere, per Bordiga, un fatto, equivalente nella sostanza, nonostante le forme nuove, ai vecchi blocchi in difesa della libertà. Su questa linea non è però il solo Bordiga. Con lui è la stragrande maggioranza del partito comunista, animata d~lla medesima volontà di affermare la propria originalità e la propria autonomia mediante la totale rottura col passato; con lui è allora lo stesso Gramsci, destinato a diventare in breve lasso di tempo il suo diretto antago,nista, ma che in questa fase non se ne distingue sul piano politico se non, fo,rse, per una certa carica di appassionato rancore che egli porta nella polemica col partito socialista e coi suoi uomini più rappresentativi. Laddove, infatti, per Bordiga sono sempre i fatti strutturali a determinare il comportamento degli uomini e, nel caso specifico, a produrre i fenomeni 1di involuzione e di -degenerazione opportunistica che hanno emarginati dalla storia i partiti della Seconda Internazionale, per Gramsci il discorso sulle responsabilità dei dirigenti è tutto da portare avanti: ai capi del socialismo italiano va imputata perso,nalmente la col,pa di avere bloccato il proletariato• italiano a,lle soglie del potere, per mancanza di rigore ideologico e di coraggio politico. Bor242 Bibiiotecaginobianco
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