Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Antonio Duva frantumazione in gruppi e sottogruppi dilaniati da una polemica continua e violentissima. Qualcl1e 1nese fa il senatore Jodice ha pubblicamente dichiarato: « chiedo alla direzione nazionale ad ai compagni responsabili se deve essere consentita la distruzione del partito ad opera di Giuseppe Francese, che è ormai apertamente al servizio della DC ». E la scissione di luglio ha solo in parte trasformato la polemica interna in confronto fra partiti. U11 consistente settore degli « eretici », infatti, quello che fa capo al sen. Jodice, è rimasto nel PSI e mostra serie difficoltà a considerare superati motivi di contrasto verso la segreteria di Francese. In questo clima si deve pur àire che questi avvenimenti hanno suscitato reazioni modeste in quasi tutta la classe politica locale: a parte la rituale pioggia di interrogazioni parlamentari, si è registrato solo un lungo dibattito i11 Co11siglio Provinciale, pieno di ammissioni autocritiche, ma scarso di impegni per il futuro. Il sintomo più confortante dopo maggio è venuto invece dalle organizzazioni sindacali, che hanno unitaria1ne11te iniziato - attraverso numerose assemblee pro1nosse nei vari co1nuni dell'aversano e dei « Mazzoni » - un paziente lavoro di trasforn1azione della protesta in proposta. Il 31 luglio in un conveg110 a Capua vi è stato un primo tentativo di dare una forma organica a questo lavoro e di avviare un concreto dialogo con i partiti che, tuttavia, anche in questa occasione hanno messo a nudo il loro disorientamento e le loro preoccupazioni tattiche. I comunisti son apparsi combattuti, anche perché incalzati dal PSIUP, fra la tentazione di « uscire dal siste1na » esaltando i fermenti populistici del maggio, e quella, opposta, 1i occupare lo spazio dei riformatori rigorosi, lasciato in gran parte scoperto dagli errori socialisti 9 • Questo atteggia1ner110 riflette lo sforzo di attuare, cosa particolarmente difficile in provi11cia di Caserta, l'ambigua indicazione dettata dalla recente conferenza campana del PCI: « respingere sia le sottovalutazioni opportunistiche, sia le sopravalutazioni soggettive della potenzialità combattiva delle masse ». Democristiani e socialisti (i cui esponenti, specie si11daci e consi, 9 Un sintomo delle incertezze del PCI è dato dal differente modo di presentazione di alcuni episodi succes,sjvi ai fatti di maggio. Ennio Simeone su « L'Unità » del 15 giugno u.s. (Cop,pola rapina-mare) vede nei « Comitati del popolo» che sarebbero spontaneamente sorti « nel fuoco della lotta » l'embrione di nuove originali strutture istituzionali: « organismi unitari, eletti da assemblee di cittadini, ecc. ». Umberto Barra, invece, nella nota di « Rinascita» g;ià citata, probabilmente con maggior aderenza al vero, descrive questi « Comitati» come semplici strumenti organizzativi, assai concretamente sorretti e strettamente seguiti dai funzionari della Federazione Provinciale del PCI, secondo la più ortodossa tradizione frontista. 224 Bibiiotecaginobianco

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