Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

11 « 1na gg i o » di Caserta pania » per una celere elaborazione dei piani dei comprensori t11ristici e, insie1ne, suggerisca una profonda revisione dei criteri di concessione delle agevolazioni per l'incremento del turismo; il che, specie per quanto riguarda la Cassa del Mezzogior110, appare ogni giorno di più • necessario. Ma torniamo al « maggio » casertano. Ci sembra, dunque, che non senza qualche ragione i cittadini di Castel Volturno hanno identificato nella DC - specie nella sua versione locale - la fo11te dei propri guai. E con chi altri avrebbero potuto prendersela? Certo non con i comunisti, così scarsamente rappresentati in quel comune. E neppure con i socialisti; è difficile individuare oggi l'effettiva funzione politica - e quindi anche le responsabilità - dei socialisti in provincia di Caserta. Non che la zona non si presenti potenzialn1ente favorevole per i partiti della sinistra derr1ocratica laica. Anzi, le trasformazioni economiche e sociali del casertano avevano portato, già nel 1961, gli stessi comunisti a « non sottovalutare un certo sviluppo del PSDI, che da ~nsieme Ui gruppi clientelari si va trasformando in un partito con qualche capacità di presa e di conquista, specie fra gli strati del ceto medio intellettuale » 8 ; e i risultati elettorali provano quanto queste preoccupazione del PCI fossero valide anche dopo l'unificazione socialista, e anche, per altro verso, nei confronti dei repubblicani. Il pu11to è un'altra: la scissione è arrivata a Caserta con 6 mesi di anticipo. Il primo congresso provinciale del partito socialista unificato, nel novembre scorso, fu vinto di stretta misura dalla corrente demartiniana; ma gli avversari eccepirono gravi irregolarità concernenti ben 40 assemblee sezionali, non riconobbero la validità degli organi eletti dal congresso e costituirono, per proprio conto, una nuova federazione provinciale. Così per molti mesi i socialisti casertani, pur facendo parte di un unico partito, si sono trovati di fronte - senza che gli organi centrali fossero in grado di i1n1Jedirlo - due federazioni provinciali. Da un lato gli « ortodossi », con sede a Caserta e segretario Giuseppe Francese; fra questi il capo-gruppo al Comune di Caserta, Vignola, i consiglieri provinciali Maffuccini e Piazzi, il sindacalista avv. Livio Del Prete. Dall'altro lato gli « eretici », con sede a Santa Maria Capua Vetere e segretario l'avv. Aurelio Abbatecola; fra questi il senatore Generoso Jodice e il prof. Federico Sa11tulli di Aversa. Nel mezzo gli incerti, i « socialisti uniti » del consigliere provinciale Franco Martusciello. Questa situazione ha portato il partito socialista ad una progressiva· s R. LAURENZA, articolo e luogo citato. 223 Biblioteçaginobianco

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