·' Una strategia per Napoli , Non dobbiamo, d'altra parte, dimenticare che Napoli è, o può diventare, una metropoli portuale. E se all' « industria del sapere » sono legate le nostre possibilità di sviluppo industriale nei settori tecnologicamente avanzati, al porto sono legate le nostre possibilità di sviluppo industriale nei differenziati settori dell'industria manifatturiera, di trasformazione, più o meno tradizionale. Come una diversa articolazione e una più consistente struttura dell'industria regionale è il presupposto concreto di ogni discorso sul futuro di Napoli come metropoli portuale, così la disponibilità di un porto efficiente sarebbe, ai fini di un'industrializzazione avanzata e differenziata, non solo un fattore di richiamo per la localizzazione di nuovi investimenti, di nuove iniziative, ma anche un fattore di accelerazione del processo autonomo di sviluppo e in particolare della cosiddetta « terziarizzazione » dell'economia cittadina, dell'occupazione cittadina, intesa come « terziarizzazione » a valle, e non a monte, com'è ancora oggi, dell'industrializzazione regionale. Il porto di Napoli, come porto a funzione multipla : questo è il problema in termini generali. Si pongono allora alcuni quesiti ai quali dovremo dare una risposta, oggi e non domani, o almeno domani e non dopodomani. Primo quesito: il porto di Napoli è un porto per superpetroliere, è uno dei pochi porti italiani che può e deve essere attrezzato per le superpetroliere giganti? Questo interrogativo riguarda anche l'industria petrolchimica: il discorso sugli ulteriori sviluppi di questa industria di base, e delle industrie chimiche e parachimiche che ne costituiscono l'integrazione a valle, è un discorso che parte proprio dal porto, che già smista oltre nove milioni di tonnellate di prodotti petroliferi in arrivo e in partenza. Sorge ora il problema dell' « isola galleggiante » per aumentare la ·capacità di movimento dei prodotti petroliferi: dalla · quale possa derivare un impulso nuovo all'incremento degli inveshmenti nell'industria petrolchimica e della raffinazione. Sappiamo, anzi, di un progetto per ampliare la raffineria della Mobil con una previsione di investimento di parecchi miliardi ed una parallela previsio~e di nuova occupazione. Ma questo progetto è condizionato dall'aumento di tonnellaggio delle petroliere. A Napoli non possono trovare oggi approdo le navi che superano le 80.000 tonnellate. Di qui la proposta di una « isola galleggiante » oltre la diga foranea. Ma sono state avanzate riserve su questo progetto, attualmente all'esame della Cassa per il l\tlezzogiorno. Se queste riserve fossero fondate su motivazioni serie, e può darsi che lo siano, sarebbe il caso di 125 ~iblioteca Gino Bianco
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