Nord e Sud - anno XVI - n. 113 - maggio 1969

Sullo, Avellino e la DC Sullo, l'avvento del centro-sinistra mutava sostanzialmente il ruolo fino allora svolto dalla D.C. e - al suo interno - da quelle correnti che con maggiore impegno avevano patrocinato la nuova formula politica. Dall'altro, il consolidarsi del potere locale della Base con l'elezione alla Camera di Ciriaco De Mita e la contemporanea flessione della D.C. nella provincia (dal 48,6% dei voti nel 1958 al 44,7% del '63) e nel collegio (dal 46,2% al 42,5%) suggerivano una generale revisione di impostazione politica. L'obbiettivo di Sullo diventa il ritorno al governo; il luogo di quella « collocazione competitiva con i socialisti » che Sullo aveva auspicato sin dal 1956. Ne consegue, per un verso, la ricerca dell'inserimento, a Roma, nella maggioranza del partito, sia pure con una posizione differenziata; per l'altro, la costante preoccupazione di eliminare ogni posizione di potere locale non integrabile con la sua. Ciò non è senza riflessi sul partito, ad Avellino. H partito è stato il centro dell'azione di Sullo, lo strumento attraverso il quale egli ha potuto affermarsi prima come esponente locale, poi come leader nazionale. Avellino è una provincia in cui alle zone poverissime dell'Alta Irpinia con centri come Calitri, Lacedonia, Bisaccia e Vallata, politicamente influenzati da due roccaforti rosse, la lucana Melfi e la pugliese Cerignola, si contrappone la zona pianeggiante, fortemente orientata in senso moderato: nel solo capoluogo, alle elezioni amministrative del 1946 le destre conquistarono il 42,4% e, nel 1952, il 40,6% dei voti. Di fronte ai problemi di collocazione politica posti da una situazione tanto singolare, Sullo compie la scelta congeniale al suo temperamento volitivo e alla sua formazione dossettiana: quella di caratte.- rizzare la D.C. come un partito di forte apertura sociale e deciso a subordinare le strutture dello Stato alle proprie esigenze. Questa pur contraddittoria impostazione assicura consensi sempre più vasti alla D.C.: l'attivismo di Sullo si contrappone con successo ad una classe politica locale più propensa a scegliere come modelli un Alfon_so Rubilli o un Costantino Preziosi, che Guido Dorso. Ma la valorizzazione della funzione del partito, se è indi$pensabile all'esterno per conseguire una posizione di supremazia provinciale e se è utile all'interno per emarginare il gruppo dei notabili (che ha la figura più rappresentativa nell'avv. Scoca), crea spazio per una nuova generazione di dirigenti, ambiziosa e culturalmente aggiornata. Il gruppo avellinese della Base, raccolto attorno a « Cronache Irpine », il giornale fondato nell'autunno del 1954 da Ciriaco De Mita, Biagio Agnes, Gerardo Bianco, Nicola Mancino e Antonio Telaro, strappa alla destra, nel congresso provinciale del 1955, i posti della minoranza. 69 BibliotecaGino Bianco

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